Essere Donald Trump è difficile, ogni nuovo giorno è un dissing da affrontare. Gli ultimi con i Rolling Stones e il Papa.
Se dovessimo rappresentare con un grafico l’andamento delle cazzate che Donald Trump riesce a regalare al popolo americano da quando è in campagna elettorale, potremmo disegnarlo (malissimo) pressapoco così,
con picchi più alti raggiunti quando – per esempio – si è messo a prendere in giro un disabile. A un punto la curva è arrivata alle stelle e non è mai più tornata giù, con grave disperazione dell’universo intero, che ha risposto generando buchi neri nei cervelli umani.
Dopo che anche i Rolling Stones si sono dissociati da Trump, impedendogli di usare la propria musica per la campagna elettorale (è una lista lunghissima), ora l’aspirante presidente ha da dire qualcosa anche a Papa Francesco, reo di aver progettato un viaggio in Messico. Non deve venire a pregare coi migranti, è il succo del dissing che Trump lancia al Papa, non deve solidarizzare con la comunità di rifugiati. Lungo il confine messicano con gli USA piuttosto Trump propone di costruire un muro, e altre piccole cose come deportare tutti gli immigrati che non hanno il documento oltre il muro. In un’intervista ha rincarato, ”non penso che lui capisca il pericolo del confine aperto che abbiamo con il Messico”.
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