Cosa sono le armi al cloro utilizzate in Siria

Le armi al cloro rientrano nella classificazione delle armi chimiche, ovvero utilizzano proprietà tossiche di alcune sostanze chimiche per uccidere e ferire i nemici. Quelle al cloro rientrano nella classe dei ‘polmonari’, ovvero colpiscono il sistema respiratorio, irritando anche la pelle e gli occhi: comportano tosse, oppressione toracica, respiro affannoso e un ridotto passaggio dell’aria nei polmoni. Hanno un effetto immediato, e portano all’asfissia e alle convulsioni (nei casi più gravi sfociando nella morte). La prima utilizzazione del cloro come gas chimico in guerra risulta essere fatta durante la Prima Guerra Mondiale. In Siria l’utilizzo di armi chimiche è sempre stato oggetto di discussione sin dallo scoppio della guerra civile tra forze di Assad e ribelli. Nell’ultimo mese ribelli e attivisti siriani hanno denunciato tre attacchi al cloro da parte del regime siriano, che però nega le sue responsabilità.

Intanto l’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPCW) ha annunciato di aver aperto un’indagine sul presunto utilizzo di armi chimiche al cloro per ben nove volte dallo scorso febbraio, con conseguenze di centinaia di morti. Secondo un report dell’OPCW il 92,5% delle armi chimiche è stato trasferito al porto di Tartus in Siria da dove poi sarà trasferito verso la Spagna da navi danesi e norvegesi. Tuttavia pare che il cloro sia rimasto in possesso del regime siriano, informalmente. Intanto, da tre anni a questa parte, ovvero dallo scoppio della guerra civile, i risultati sono sotto gli occhi di tutti, con oltre 150.000 morti, 9 milioni di esiliati e gravi conseguenze per la distruzione del territorio e delle città siriane.

Nel mentre, si attendono le elezioni siriane del 3 Giugno, a cui anche Assad ha presentato la sua candidatura.

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