Dopo aver duettato con Seb dei Viagra Boys sulle note della cover di In Spite of Ourselves, in cui veste i panni di un’innamorata e devota cowgirl, Amy Taylor è tornata il 10 di questo mese a calcare le scene assieme ai suoi Sniffers offrendoci un secondo album degno dei due anni di attesa.
Amy da Melbourne si presenta sottoforma di energia pura, guidata nel bene e nel male da quelli che lei stessa chiama “angeli”: emanazioni terrene delle passioni manifesto che conducono un brano punk dalla natura sudata e puzzolente su un piano più alto e allo stesso tempo intimo. Esseri che inebriano Amy e la dotano della fermezza con cui sputa i versi in uno spettacolo di slam poetry accompagnato da una strumentale rabbiosa e convincente. Guided by Angels, appunto, apre Comfort to me, innalzando bruscamente le aspettative dell’ascoltatore che aveva li aveva lasciati ad una scrittura ben più grezza e alle sonorità più familiari stile Sex Pistols, apprezzate all’esordio perché forti dell’estetica da giovani canaglie.
Gli Sniffers e la loro frontwoman hanno quindi migliorato il livello dei testi, inserendo versi più impegnati politicamente e intensi emotivamente, portandoli ad includere temi come la condizione contemporanea della donna (in Choices o Don’t Fence me In); una critica al sistema in cui diventano quasi black metal, sfoggiando anche qualche tecnicismo (Capital). È meno presente la componente ironica e arrogante del primo disco omonimo alla band, scelta forse derivante dalla pesantezza del periodo, che gli ha fornito spunti per prendersi sul serio e riflettere.
Hanno un nuovo scopo, nuove necessità di sfogo e una posizione che vogliono prendere. Amy non è più la ragazzina delusa e scanzonata di prima, ora è una businesswoman (come si definisce in. Don’t Need a Cunt) che punta ad autorealizzarsi e non si lascia fermare da nulla. Canta di salute mentale, della sua indipendenza, critica il sistema, il patriarcato e va talmente forte che da spiattellarsi sulla copertina del disco in stile cartoon.
Comfort to Me è violenza, ma anche vulnerabilità e tenerezza: c’è Knifey che è un brano sull’autodifesa in cui Amy canta “Out comes the night, out comes my knifey / This is how I get home nicely” e c’è anche Maggot in cui urla all’uomo con cui sta per consumare un rapporto “C’mon Maggot, put your maggots in me”. C’è anche tanto amore, libero e on the road come quello di Hertz oppure esaurito come le lacrime versate di No More Tears.
Il brano che incarna al meglio la nuova visione di Amy e i suoi ragazzi è il secondo singolo uscito in anteprima: Security. Una conversazione con un buttafuori davanti ad un locale che non vuole farla accedere, al quale la ragazza disperata rivela che non cerca più guai, e che vuole solo essere amata. Uno spaccato di contemporaneità notturna e confusa. Un brano perfetto nel ritmo, scandito dalla batteria e dall’incalzare del basso, ma anche nel testo che rimane incollato nel cervello, come inciso su pietra.
“I’m not looking for trouble / I’m looking for love /
I’m not looking for harm / I’m looking for love /
Will you let me in your hard heart, let me in / Your pub”
Nel complesso Comfort to Me è un buon disco, in cui Amyl and the Sniffers trovano più spessore, dimostrandosi più maturi rispetto al primo disco. Presa di posizione che si sposa benissimo con la loro irresistibile estetica diy oltraggiosa e sopra le righe. Si tratta di un lavoro che con intelligenza si va ad inserire in quella che è la nuova tendenza del punk socialmente impegnato e di sfogo, molto in voga oggi, se osserviamo gli ultimi successi della scena globale (Idles su tutti). È un buon ascolto con cui Amyl and the Sniffers ci trasmettono spunti interessanti su questo nuovo punk, combattivo e intimista allo stesso tempo.