Siamo cresciuti con la convinzione che finire in tempo gli studi e ottenere eccellenti risultati ci avrebbe garantito un futuro radioso o almeno sarebbe stato sufficiente per la conquista della stabilità economica. Ma quanti di quelli che oggi hanno tra i 25 e i 45 anni sono riusciti ad assicurarsi “un posto fisso”? E quanti, dopo aver raggiunto l’obiettivo superando stage pagati male (o per nulla retribuiti), sono arrivati alla conclusione che non si trattava del lavoro dei sogni? Qual è la strada giusta da imboccare? E soprattutto come si fa a capirlo quando le sorti del proprio futuro dipendono proprio da questa scelta?
Pubblicato in Italia da Edizioni BD, Come la gente normale è il brillante esordio dello scrittore e illustratore canadese Hartley Lin che, attraverso le strisce a fumetti, racconta ansie e speranze dei millennial. Tra queste pagine troviamo Frances Scarland che fin dai primi sketch si fa portavoce della nostra generazione perché, nonostante sia una giovane e promettente impiegata in un grande studio legale, ha gli stessi dubbi sul futuro che nutriamo anche noi. Tra i corridoi di questa azienda la carriera è anteposta alla vita privata dei dipendenti e, come in tutte le grandi realtà dove il profitto è primario rispetto al benessere del lavoratore, la vera lotta è quella per la sopravvivenza.
Frances condivide il suo appartamento con Vickie, una spumeggiante e talentuosa attrice che sogna di lavorare a Hollywood. Le due ragazze non potrebbero essere più diverse, però rappresentano lo specchio l’una dell’altra. Attraverso i loro dialoghi è impossibile non intercettare i nostri pensieri. Siamo investiti quotidianamente da preoccupazioni che riusciamo ad archiviare con difficoltà in un cassetto prima di andare a dormire ed è così per milioni di ragazzi in tutto il mondo. Non è di sicuro confortante, ma ci fa sentire meno soli.
Mentre Frances cerca di capire se il suo lavoro le piace davvero, se vale la pena stare davanti a un monitor fino a tardi e alzarsi presto il mattino per accontentare tutte le richieste dei suoi superiori, se è accettabile rinunciare a un grande cambiamento per la stabilità finanziaria, ripercorriamo insieme a lei il nostro percorso personale. Dopo oltre due mesi di lavoro in smart working per molti si sono aperti interrogativi nuovi: meglio questa vita o quella di prima?
Cos’è che vuoi davvero?
Nulla. Non lo so. Che tutto quanto rallenti. Tutti questi cambiamenti sono come montagne che mi travolgono…
Durante una seduta di analisi Frances esprime quanto sia complicato combattere contro un mondo che va sempre più veloce. Leggere oggi le pagine di questo libro offre una riflessione sull’importanza dei nostri spazi, quelli domestici e quelli professionali che soprattutto ora coincidono. Abbiamo riflettuto a lungo su quello che ci piacerebbe trovare una volta usciti dall’incubo della pandemia e non è il sistema di prima. Tra la lettura di Uscirne vivi di Alice Munro e un viaggio in auto ascoltando Fairytale of New York dei Pogues, la storia di Frances Scarland diventa la nostra. Hartley Lin ha disegnato una società che non ammette il fallimento e che condanna le debolezze dei singoli. Lo ha fatto per allenare il lettore alla critica di un modello che con impegno, grazie alla “gente normale” può essere ribaltato e distrutto. E allora per essere felici cerchiamo nuove strade da percorrere.