Wesley Eisold è un cantore dell’oscurità e della fragilità che si nasconde dietro al suo alter ego Cold Cave che, tramite atmosfere dark e dilatate, compie una personale discesa negli inferi musicali, spingendo gli strumenti ai loro limiti. Dopo anni di militanza nel post-hardcore e nel punk abbandona la chitarra, prende synth e strumentazioni elettroniche, e continua a scrivere canzoni dense e sofferenti. Poi, le raccolte poetiche (Deathbeds) e il lavoro editoriale con la casa editrice indipendente da lui fondata, la Heartworm Press, che ampliano lo spettro di azione di un autore complesso e originale. Gli abbiamo fatto qualche domanda su tutto quello che lo rappresenta, dalle parole alla musica, il passato e il futuro, in occasione del tour che lo porterà in Italia fra marzo e aprile.
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Partiamo dalla tua storia e dal ruolo che la militanza in alcune band apparentemente distanti dal punto di vista musicale, come Some Girls e Give Up the Ghost, ha ricoperto nella tua evoluzione personale in Cold Cave. Quali elementi sono rimasti? A quali necessità Cold Cave cerca di rispondere?
Conservo ancora un approccio punk in quello che faccio, sia come Cold Cave che nella pubblicazione di libri [sia come autore che come casa editrice, NdR], nel prepararmi ai concerti e così via. Non penso che i tour siano duri, non credo che molto, in verità, lo sia. Questo è dovuto, probabilmente, agli anni in cui ho suonato in condizioni difficili e in posti particolari. Come musicista ho sempre provato a lavorare con altre persone, managers, etichette e anche colleghi perché fare tutto questo da solo può schiacciarti. Queste collaborazioni di solito non funzionano con me, perché avverto spesso la sensazione che ci siano solo una manciata di persone in grado di far parte di quella ristretta categoria di chi comprende il contesto in cui si inserisce la mia musica e, contemporaneamente, a mantenere un’etica punk e di lavoro DIY. Le band in cui ho suonato prima, penso fossero cronologicamente ed emozionalmente giuste per rappresentare il tempo in cui sono esistite. Gli American Nightmare erano violenti e senza paura. Ho accolto la loro morte ma non sono riuscito a ritrovarmi. I Some Girls sono stati la disintossicazione da tutto quello, un contrappasso dell’aver fatto il possibile e poi sentirsi annoiati da tutto. Poi ho cominciato a fare musica di stampo elettronico in alcuni progetti che si sono evoluti in Cold Cave, nel quale sento di poter crescere invece di sprofondare nell’abbandono. I testi sono sempre stati il punto focale delle band in cui sono stato, in cui la musica era un mezzo per enfatizzarli con suoni, e maniere, differenti.
Nei tuoi album come Cold Cave c’è un costante interesse nello sviluppare il suono, che spinge gli strumenti oltre i loro limiti per creare atmosfere buie e dilatate.
Quando non sperimento abbastanza mi sento insoddisfatto. Non so per quale motivo, ma scrivere canzoni pop non è mai stato facile per me, forse perché non è ciò che mi piace fare. Quando ho cominciato a scrivere le prime canzoni erano vaghe e distorte, lontani sentori riconducibili a un brano. Ora scrivo canzoni più normali, ma le decostruisco.
And in those times of gold
I buy hookers and fast cars
and I never have the sense
to buy clippers
to trim the nails
l’ve been only growing
to claw away at my own skin.
E in questi tempi dorati
Pago prostitute e macchine veloci
e non ho mai avuto l’accortezza
di comprare delle forbici
per tagliarmi le unghie
Sono solo cresciuto
Per affossare me stesso
Da Growls From the Bowels of Hell in Deathbeds, p. 71, 2007, Heartworm Press
Questo tipo di sperimentazione costante è anche lo spirito guida nella selezione delle parole con una natura musicale. Poesie fatte di musica e musica fatta di poesia. Una doppia tendenza che ci riconduce alla tua passione per la scrittura. Leggendo le poesie contenute in Deathbeds è chiaro come si basino entrambe sullo stesso processo. Poesie e canzoni nascono insieme? O sono due parti distinte del tuo lavoro? A quali esigenze sono portate a rispondere?
Qualche volta nascono insieme altre mentre ascolto musica strumentale, sia per Cold Cave o, prima, per gli American Nightmare, semplicemente escono fuori. Non saprei come spiegarlo e non so il perché. Probabilmente succede perché è una vita che ascolto musica e provo a fare i conti con i miei sentimenti, isolandomi solo in questo modo. Qualche volta si tratta di parole già scritte e che finiscono in una canzone, altre volte rimangono sulla carta. È un dono, credo, un canale aperto su qualcosa di cui non so la provenienza o la destinazione.
Le tue poesie sono forti e sincere, la loro intenzione sembra essere non nascondere le proprie sofferenze sotto parole dolci e confortanti, non permettere al lettore di sentirsi a proprio agio ma gettarlo in contatto con le tue parti più interiori, mescolandole a preoccupazioni quotidiane, riflessioni su di sé e abitudini. Per condividere o combattere questa condizione esistenziale? Baudelaire riconosceva solo tre ordini di professioni nobili: prete, soldato e poeta. Conoscere, uccidere e creare.
Credo che condividere sia sempre un modo per risolvere. D’altro canto non conosco la ragione per cui io lo faccia. È bello che le persone possano comprendere. Forse mi fa sentire meno solo nel mondo. Forse niente ha a che fare con tutto questo, forse si tratta solo di osservare. Forse nemmeno quello. Ancora non sono in grado di comprenderlo, spero che tutti, prima o poi, troveremo una soluzione a tutto questo.
Il tuo tour italiano parte fra meno di un mese. L’esibizione dal vivo è una parte essenziale della musica come, allo stesso modo, la lettura degli altri per chi scrive . Qual è il tuo approccio ai concerti e quale alle letture, e quali sensazioni cerchi di far emergere?
Amore, sesso e morte. Questo è il concerto. Questo è il motivo per cui usciamo dalla nostra casa. Questo è il motivo per cui facciamo concerti.
Cold Cave sarà in Italia per un tour intenso a partire da marzo, il nostro consiglio è di andare senza rimorsi.
30/03 Superbudda, Torino
31/03 Mame, Padova
01/04 Bronson, Ravenna
02/04 Terzo Tempo, Salerno
04/04 Quirinetta, Roma
05/04 Circolo Magnolia, Milano
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