Fotografie di Alessia Naccarato
Parole di Arianna Semeraro
Il C2C Festival, nato a Torino nel novembre del 2002 da un progetto creativo dell’Associazione Culturale Situazione Xplosiva, ha da poco compiuto i suoi primi vent’anni proponendo, come ogni autunno, quattro serate (3-6 novembre) intense e cariche di buona musica che, dopo un lungo periodo di ridimensionamento e ripensamento degli eventi musicali, sono sembrate un vero e proprio tuffo nel passato e in quella normalità che non vedevamo almeno da novembre 2019.
Gli ampi spazi delle OGR e di Lingotto Fiere sono tornati ad ospitare i numerosi visitatori provenienti da tutta Europa e oltre (mentre ero in fila per prendere una birra ho iniziato a conversare in inglese con tre ragazze che mi hanno raccontato di essere arrivate addirittura dall’Australia per questo evento che hanno definito «impressive and unique») e a regalare agli spettatori delle vere e proprie performance artistiche che sono andate ben oltre l’offerta musicale in senso stretto. Un’ attenzione particolare, in effetti, è stata rivolta ai visual e alle istallazioni luminose curate nel dettaglio dal collettivo milanese Anonima/Luci che, oltre a realizzare un vero e proprio corridoio coreografico di laser nel boulevard che collegava il Main Stage (padiglione 3) allo Stone Island Stage (padiglione 1), ha anche allestito una piccola sala (la sala rossa) completamente dedicata ad un suggestivo ed ipnotico gioco di luci e suoni.
La contaminazione tra arte contemporanea e ricerca di suoni d’avanguardia è evidente (e lo è sempre stata) ma, quest’anno in particolare, si è spostata anche al di fuori degli spazi interni di Lingotto raggiungendo, nelle immediate vicinanze, la Pinacoteca Agnelli con la sua Pista 500, l’iconica terrazza/pista Fiat visitabile gratuitamente da tutti i possessori di almeno un biglietto del Festival. Si comprende, quindi, come mai questo evento vada di pari passo con un’altra rassegna che si svolge ogni anno in concomitanza con le date del C2C, la Contemporary Art Week piemontese o Artissima di cui il C2C, sul piano musicale, sembra essere una prosecuzione ideale.
Le premesse di questa edizione del Festival sono state chiare, rendere omaggio a due artisti chiave della rassegna, scomparsi nel 2021, che in passato, calcando i palchi del Club to Club, ne hanno completamente cambiato l’immagine contribuendo a plasmare un nuovo immaginario di espressioni musicali: SOPHIE e Franco Battiato.
In questo senso, è stata centrale l’esibizione di Battiato del 2014 che con il suo Joe Patti’s Experimental Group, fondò le basi necessarie per la successiva evoluzione del progetto, sancendo l’unione tra avanguardia e pop, passato e futuro, sperimentazione e tradizione. Le proposte musicali e le esibizioni dei singoli artisti presenti in line-up (impeccabili, inutile da specificare) hanno dimostrato di essere perfettamente in sintonia con i valori della rassegna e hanno trasportato gli ascoltatori in uno spazio fatto di tanta buona musica, divertimento e libertà. Trentacinque artisti, provenienti da 14 Paesi diversi, 31 show con 13 debutti e 12 esclusive italiane, hanno letteralmente infiammato le piste durante il lungo weekend appena passato.
Nella serata di giovedì presenti Aya (feat. Sweatmother), Lyra Pramuk, Arca, Spiritual Sauna che con ritmi e scelte diverse, hanno portato in scena la necessità improrogabile di sentirsi liberi nello spazio e nelle scelte personali ed espressive. Venerdì, a partire dalle 18.30 fino alle prime luci del mattino, insieme a Sara Berts, 72-Hours Post Fight, Elena Colombi, Jockstrap, Blackhaine, Kode9, Bill Kouligas, Two Shell anche alcuni pilastri del panorama internazionale tra cui Autechre un’esplosione di energia, Caribou ballato e cantato senza sosta da tutto il Main Stage insieme all’artista successivo Jamie XX, Jeff Mills che allo Stone Island ha portato le sue continue ricerche di suoni electro/techno riempiendo la sala.
Nella serata di sabato, invece, oltre agli attesissimi Bicep, per la prima volta in concerto in Italia, anche Stefania Vos, Renato Leotta, Makaya Mccraven, My analog Journal, Pa Salieu (una piacevole scoperta), Deena Abdelwahed, Caterina Barbieri, Dj Plead, Romy (che ha portato sul palco alcuni interessanti versioni di brani musicali cult come Sweet Dreams degli Eurythmics) anche il duo napoletano Nu Genea e la torinese italo-domenicana YEИDRY che ha letteralmente conquistato il pubblico presente, non solo attraverso la sua musica (un pop latino molto coinvolgente) ma anche attraverso le sue continue interazioni con gli ascoltatori, il racconto della nascita e del significato di ogni pezzo, la collaborazione con alcuni artisti di fama mondiale come J Balvin, Lous and the Yakuza, Enny (chiamato sul palco con lei), e l’umiltà di una ragazza che, nonostante il successo e una carriera avviata, cerca ancora la mamma nel pubblico («Mamma, non ti vedo, spero che tu sia nel pubblico ad ascoltarmi e non da qualche parte nel backstage») e si/ci emoziona cantando a cappella Almeno tu nell’universo.
Possiamo affermare quindi che il significato più profondo del Festival è racchiuso proprio nell’ identità grafica del C2C 2022 che per questa edizione, affidandosi allo studio creativo Studio Grand Hotel, ha scelto come proprio logo l’immagine di una figurata alata bianca posizionata centralmente rispetto a uno sfondo nero.
Una scelta che, stando alle parole degli stessi organizzatori, altro non è che l’esternazione di un bisogno impellente di libertà, «a representation of the future state of the body, the urgency of putting it centre stage, in celebration of its freedom, the need for aggregation, to dance, to listen, to enlighten and to be enlightened».
Un potente manifesto espressivo dunque che Sergio Ricciardone, uno dei fondatori del C2C, ha sintetizzato ancora meglio parlando alla stampa in questi termini: «Il Festival ha un ruolo politico e sociale. Mette al centro l’esperienza fisica nel momento in cui accade. Lo fa con un manifesto musicale importante. L’esperienza che cerchiamo di creare è legata alla libertà di espressione delle persone, degli artisti e delle community che presentano».
Un po’ nostalgici ma consapevoli che ci attenderanno ancora tante e tante novità e sorprese durante le prossime edizioni, aspettiamo con ansia novembre 2023. A presto C2C!