Come si diceva in una lista di suggerimenti simile dell’anno scorso: i racconti sono una scelta rischiosa per un lettore. Per un lettore che compra sì, ma anche per una casa editrice che questo rischio lo corre proponendo al pubblico (diciamo anche al mercato) una forma narrativa un po’ bistrattata. D’altro canto, un testo breve richiede un’attenzione, un ritmo e uno stile che non possono inciampare: non c’è tempo per riprendersi. Se stai leggendo qualcosa di brutto, te ne accorgi subito. Ma anche se stai leggendo qualcosa di bello, ed esiste qualcosa che dona maggiore soddisfazione di imbattersi in un racconto tondo e compiuto? Probabilmente no.
Ecco perché vi propongo una lista di raccolte di racconti uscite recentemente per cui vale la pena mettersi in gioco.
Mentiras, AA.VV.
Alessandro Polidoro Editore
Agli inizi di ottobre è uscito per la collana I selvaggi della Alessandro Polidoro Editore, la seconda raccolta di racconti dal mondo ispanico: Mentiras. Dopo Amapolas – prima raccolta della collana incentrata su narrazioni omoerotiche – continua la collaborazione tra la casa editrice campana e gli studenti del Corso Specialistico in Traduzione Letteraria per l’Editoria diretto da Marco Ottaiano, sostenuti dall’Istituto Cervantes di Napoli e dall’Università “L’Orientale”. Giovani traduttori e nuove penne di lingua spagnola (dall’Europa al Sud America), soprattutto per i lettori italiani, alle prese questa volta con un tema complesso tanto quanto può essere l’amore, ma sicuramente più oscuro e controverso: le menzogne e i tradimenti nell’ampio ventaglio di circostanze in cui possono incorrere nelle nostre vite. A volte si manifestano nelle azioni dei protagonisti di questi racconti, i peccatori; altre se ne sviluppano le conseguenze, fino a discendere nell’animo dei feriti. Mentiras raccoglie racconti di scrittori diversi, eppure esiste un sottile fil rouge che unisce tutte le storie: l’impeto, la passione, l’impulso alla vita; anche quando non moralisticamente accettabile. Come era stato per la raccolta che l’ha preceduta, Mentiras è un’ottima occasione per scoprire nuovi scrittori a cui dare fiducia.
Ovunque sulla terra gli uomini, Marco Marrucci
Racconti Edizioni
Ci sono raccolte che spiccano per la potenza dei singoli componimenti, che emergono mettendo in ombra gli altri, e in cui è difficile trovare un equilibrio; altre che invece si distinguono nel bosco impervio e in costante crescita della produzione letteraria per la loro omogeneità, il progetto saggiamente sviluppato che sostiene e dà ragione di esistere alle varie storie. Esattamente nell’ordine e nel modo in cui poi vengono pubblicate. E’ questo il caso di Ovunque sulla terra gli uomini: ultima raccolta di racconti di un autore italiano edita da Racconti Edizioni. Tutto acquista ancora più peso se si pensa che dietro il volume si cela la penna di un esordiente: Marco Marrucci (classe 1985). A partire dal titolo si intuisce il collante che tiene insieme l’opera: i dieci racconti che la compongono spaziano infatti dalla California al Sud America, dalla Tessaglia alla Mongolia, dal Giappone al Marocco, in un vero e proprio atlante di luoghi, ma soprattutto umanità. L’occhi di Marrucci si concentra infatti sugli uomini: il rapporto con se stessi, l’intricato percorso delle relazioni, la simbiosi con la natura ma anche il disgusto causato da essa. Il tutto in un cerchio che trova compimento solo accogliendo ogni individuo del mondo ritratto, con la chiusura perfetta dei due racconti gemelli: il primo e l’ultimo. E se da un lato c’è la ratio del progetto, altra caratteristica dell’opera di Marrucci è la potenza della parola: uno stile carico, nell’uso dei verbi e degli aggettivi; descrizioni colte e suggestive, ma soprattutto ricche di vocaboli mai pescati per caso; il perenne slancio verso la perfezione del periodo. Forse non sempre equilibrato e facilmente digeribile, ma sfido chiunque a scrivere così.
Animali in salvo, Margaret Malone
NN Editore
“Non è che le persone non mi piacciono. Mi piacciono. Semplicemente non ho mai capito come funziona”.
Così recita uno dei passaggi di Animali in salvo di Margaret Malone (pubblicato da NN Editore, con la traduzione di Gioia Guerzoni) che ben rappresenta il tono della raccolta. People like you (questo è il titolo originale) è stato pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti nel 2015, portando alla giovane scrittrice di Portland un discreto successo. Proprio il titolo originale costruisce un primo ponte tra noi e le protagoniste di questi racconti. Donne come noi, ma soprattutto persone come noi. Quella della Malone è una panoramica su esseri imperfetti, ritratti nel loro quotidiano districarsi nel groviglio di queste vite che ci hanno messo davanti. Ognuno con le proprie ossessioni e le proprie fobie. Ognuno con le proprie ossessioni e i propri timori; ognuno con i propri affetti e i propri affanni, e il personale incedere stanco nell’impervio percorso verso la realizzazione di sé. Immedesimarsi nelle vite descritte è facile, anche perché la scrittrice con tono ironico ma anche tenero ce li porta vicini. Lo stile è secco, privo di giri di parole, senza mai essere distaccato; la Malone mette in scena la vita così come accade, filtrata forse solo da quella vena di sarcasmo che trasforma la tragedia in una commedia al cui spettacolo è impossibile non sorridere.
Illusioni, AA.VV.
D Editore
Probabilmente Illusioni è, tra le raccolte citate, quella che ha maggiormente il fascino e la sorpresa della scoperta. D Editore è una piccola casa editrice romana che si occupa prettamente di saggistica, ma che sta, nell’ultimo periodo, costruendosi una sua credibilità all’interno dell’edioria ripubblicando titoli immancabili per i sostenitori della letteratura di genere come La nuvola purpurea di Matthew Phipps Shiel e proponendo romanzi cult d’oltreoceano come Amnesia di Douglas Anthony Cooper. Anche grazie al curatore Valerio Valentini (che con D editore ha pubblicato il recente Parlare non è un rimedio e che vede anche un proprio racconto in questa raccolta). Illusioni è una raccolta di racconti in cui tredici diversi autori – firme note e meno note – si sono messi alla prova nella rielaborazione in forma narrativa di un quadro a scelta. Dietro il progetto di Illusioni c’è il tentativo di ritrovare quella profonda connessione fra la parola e l’immagine, tra la capacità immaginifica dei simboli disegnati a quella delle frasi su carta. E in questo non c’è ricetta, né dettami da seguire; ogni autore con la propria sensibilità rielabora il quadro a scelta in modo strettamente personale: chi ne fa rivivere le suggestioni, chi lo fa entrare fisicamente nella propria narrazione, in una varietà stilistica che arricchisce l’opera nel suo completo. Probabilmente il fattore di rischio legato a Illusioni è il modo in cui sono stati trovati gli autori dell’opera: un concorso su un magazine, Reader for Blind, in cui veniva chiesto ai partecipanti di elaborare un proprio racconto a partire da una lista di quadri a disposizione. Ai vincitori si sono poi aggiunti i racconti dei giudici, a creare un’alternanza di voci di spessore (Francesco D’Isa, Paolo Zardi, lo stesso Valerio Valentini) e altre meno conosciute ma in grado di difendersi comunque bene e non sfigurare. Forse l’unica pecca dell’opera è la mancanza del riferimento, per ogni racconto, del quadro corrispondente: si perde in curiosità, ma i racconti restano comunque tra i più meritevoli letti quest’anno – e lasciano tutti con quello stimolo alla riflessione che non fa mai male.
Gli inconvenienti della vita, Peter Cameron
Adelphi
Neanche a volerlo fare apposta, chiude questa lista di consigli di racconti Peter Cameron, così come era stata nella sua compagna dell’anno scorso. Adelphi ha infatti recentemente pubblicato Gli inconvenienti della vita: raccolta di due racconti di Cameron. Pochi ma buoni (molto buoni), come si suol dire. I racconti presenti sono: La fine della mia vita a New York e Dopo l’inondazione entrambi pubblicati, in versioni diversa, nella rivista curata da David Leavitt: Subtropics. Dopo L’inondazione è stato anche incluso nella raccolta Best American Short Stories del 2014, quell’anno curata da Jennifer Egan. Il titolo è esemplare del sottile ma inarrestabile malessere che nasce e sgretola i rapporti umani. Centro delle due narrazioni sono due coppie: la prima che trova la genesi nella propria crisi nell’insoddisfazione di uno dei due, uno scrittore incapace di portare avanti la sua carriera; l’altra, due sessantenni in un matrimonio ormai spento, che vede scossa la propria quotidianità dall’arrivo di una famiglia di sfollati. Cameron, con la voce forte e riconoscibile che appartiene solo ai grandi narratori, costruisce due storie così simili eppure così diverse, scandagliando con delicatezza l’animo umano nel pieno dei suoi drammi. I due racconti, seppur non concepiti come compagni, si sposano a meraviglia in un’unione da cui usciamo anche noi un po’ a pezzi, frastornati dalla vita come dalla bellezza della letteratura.