Christopher Owens – Lysandre

Metti una notte insonne a sentire il nuovo album di Christopher Owens, ovvero l’esordio solista e intimo del cantante dei Girls, e non star lì con l’aria di chi si aspetta il colpo al cuore per il capolavoro, perché sappiamo che chi ti ha già provocato belle sensazioni poi rischia di deluderti, è sempre nell’aria il pericolo flop, e in fondo i singoli che si consumavano sulle riviste indipendenti per elitisti della musica non erano straordinari, a parte il tema, quel tema d’apertura del disco, Lysandre, che poi è l’apertura di una sorta di concept-album autobiografico, che narra la storia d’amore di Chris, un amore a distanza, e si sente tutto dentro mentre te ne lasci cullare. Cioè, si sente che è meno ispirato perché è finita la fiamma. “Father, Son, Holy, Ghosts” (ndr – Girls) è uno di quei dischi che può provocarti uno schianto dall’alto: ammettiamo che tu stia sopra un grattacielo a sentirlo, ti verrebbe voglia di buttarti giù solo per il gusto dell’ultimo volo – insomma, ignorando le conseguenze di quello che accadrà dopo. Con Lysandre in sottofondo hai le conseguenze sotto le scarpe, che ti risalgono fino alla faccia e si fanno fissare. Non puoi sfuggire ai pezzi di vetro.

Devo dire che Here we go è fantastica. È quel tipo di canzone per cui potresti contorcerti e guardarti dentro e scoprire cose che ignoravi o che già sapevi e che fingi di ignorare per tutto il giorno finchè Owens non dice come solo lui sa dire la parola ‘’tonight’’ (pure meglio di Billy Corgan). Poi inizia qualcosa che nella testa di Owens avrebbe dovuto contestualizzare un po’ tutta la storia del disco, come il terzo pezzo, che si chiama New York City, e parrebbe non valere un fico secco con quel sax e la pretesa di essere una canzone movimentata che copia i concept album di Bowie col falsetto alla Beatles – ma qualche spunto c’è anche qui e gli si perdona tutto come solo a un Broken Heart. In Riviera Rock ci sono le onde del mare, e forse i gabbiani, sicuramente uccelli o bambini, e c’è dinuovo uno stacco, e c’è dinuovo il ricordo della Costa Azzurra, l’amore consuma e si consuma. Però “Lysandre” resta un disco intimissimo nonostante tutto, dopo la serenata di chiusura rimane un vago presentimento sulle parole di Part of Me.

Owens rimandato, perché uno che ha scritto pezzi come questo ha qualcosa da raccontarci, e non abbiamo fretta [o forse sì, vabbè al prossimo giro Chris non perdere l’occasione, stiamo aspettando qualcosa di bello sul serio da te].

Turnstile / Fat Possum, 2013

Tracklist:

  1. Lysandre’s Theme
  2. Here We Go
  3. New York City
  4. A Broken Heart
  5. Here We Go Again
  6. Riviera Rock
  7. Love Is In The Ear Of The Listener
  8. Lysandre
  9. Everywhere You Knew
  10. Closing Theme
  11. Part Of Me (Lysandre’s Epilogue)
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