Il progetto “Scacco al Maestro” dei Calibro 35, nel quale la band milanese omaggia il genio del Maestro Ennio Morricone, è una di quelle traiettorie inevitabili. Strane e immutabili forze gravitazionali hanno portato Massimo Martellotta, Fabio Rondanini, Enrico Gabrielli, Luca Cavina e Tommaso Colliva a questo rendez-vous con la sconfinata eredità lasciata dal nostro più grande compositore per il cinema. Arriva anche a Torino, al Teatro Colosseo, il tour che sta portando i Calibro 35 nei teatri di tutta Italia per la seconda manche di questa bellissima partita a scacchi. Dopo la data estiva all’Apolide Festival, il pubblico piemontese ha una seconda occasione di riscoprire una nuova forma di un repertorio dal valore inestimabile, questa volta con un capitolo in più.
Lo scorso 14 ottobre è infatti uscito “Scacco al Maestro, Volume 2”, nuova release che ci fa proseguire lungo il percorso tracciato lo scorso giugno. Questa volta il gruppo non si limita a ciò che è noto al grande pubblico. Certo, la trilogia del dollaro non poteva mancare e rappresenta anche l’imponente prima parte del concerto, ma questo nuovo capitolo coglie l’occasione di scavare un po’ più a fondo, in cerca di qualche meraviglia – per molti – ancora da scoprire. Da “Metti una sera a cena” di Giuseppe Patroni Griffi, a “Cosa avete fatto a Solange?” di Massimo Dallamano, passando per “Mio caro assassino” di Tonino Valerii, appare evidente perché definire questo tour e questo prodotto discografico come un omaggio sia davvero limitante. Perché dietro al risultato che ci viene servito si celano anni di lavoro, ricerche e passione che hanno spinto i Calibro 35 ben oltre quei confini che avevano già varcato nel 2007, quando registrarono “Trafelato”, dalla colonna sonora di Giornata per L’Ariete. L’apertura di una partita a dama, con la consapevolezza di dover prima o poi invertire i colori del tavoliere, cambiare i pezzi in gioco e iniziare la vera partita. Eccola qui, oggi, su un palco che rispecchia tutta l’eleganza del progetto.
L’allestimento teatrale ben si addice alla solennità con la quale gli artisti si fanno carico di portare ancora una volta la musica di Morricone alle nostre orecchie, in una veste nuova, affascinante. Lo show è quasi interamente strumentale e non lascia spazio a distrazioni di sorta. Nessun visual, nessuno spezzone di film. Solo la voce fuori campo del Maestro, umile e calorosa, che introduce alcuni momenti salienti del percorso. Sembra di vederlo, Ennio, che cammina su e giù per il palco, come se fosse nel suo salotto, quello ripreso nelle indimenticabili scene del documentario di Giuseppe Tornatore. Sembra di sentirlo, mentre con la voce rotta dall’emozione e gli occhi lucidi ricorda tutta la difficoltà incontrata nel voler dare alla sua professione, al suo sogno e al suo talento qualcosa in più della mera dignità.
A dividere lo stage con il combo meneghino ci sono altri tre artisti, fondamentali per la riuscita dello show: Paolo Raineri alla tromba, Sebastiano De Gennaro alle percussioni e Valeria Sturba al theremin, al violino e alla voce. Va proprio a lei la menzione d’onore per la grande prova in “Se Telefonando”, cover del celebre brano di Mina – la cui musica fu composta proprio da Morricone – che fa assaporare per un momento tutto il potenziale di uno show più ricco e tentacolare. Perché il dubbio, a fine serata, c’è: cosa sarebbe successo se avessero potuto sprigionare anche solo un briciolo della potenza visiva che le composizioni di Morricone hanno nutrito per decenni?
Peccato che il settore viva un momento di profonda crisi. Altrimenti immaginate uno show finale, in un palazzetto o in un teatro d’eccezione, con una serie di ospiti pescati tra i preziosi featuring del doppio disco. Joan As Police Woman, Elisa, Diodato, Roy Paci e – perché no? – Matt Bellamy. Tutti invitati a una titanica festa in onore di uno dei più grandi di sempre, mentre le immagini del grande cinema di Sergio Leone, Elio Petri e Dario Argento inondano i megaschermi, gli sguardi di Clint Eastwood e Gian Maria Volontè irretiscono la platea che si lascia immergere nella libidine sonora, gentilmente offerta dai Calibro 35. Sarebbe bello, vero? Ma per fantasticare c’è ancora tempo, per adesso accontentiamoci dello scacco matto dei Calibro 35.