Breviario indie per nottate insonni dylaniane

I giornalacci hanno scritto che Tempest è uno dei più bei dischi di sempre di Bob Dylan (vogliamo parlare di Blonde on Blonde, Highway 61 Revisited, The Freewheelin’, Nashville Skyline, Bringing it all back home e via dicendo?), qui invece troviamo una lunga recensione sull’ultimo Zimmerman, e per un miracolo perverso possiamo anche ascoltare un pezzo su Youtube da Tempest, sconsigliatissimo per nottate insonni se confrontato a pezzi come questo. Il fatto è che di quest’uomo non si smetterà mai di parlare, basta sfogliare giornali a casaccio. Fotografie a casaccio. Film-canzoni naturalmente a casaccio, ma commoventi uguale.

A proposito di Triumph (la moto di Bob), la casa motociclistica ha donato un’edizione limitata “Diamond Jubilee” ad un’associazione a nome della Regina Elisabetta, momenti in cui ci domandiamo perché non apriamo un’associazione sulla Regina piuttosto che una webzine. God save the queen, fuckin’ webzines! (del resto sulle fuckin’ webzine e similari si animano i dibattiti più noiosi del secolo, tanto vale allora seguire questo!).

Bisogna comunque dire che mentre noi ci sprecavamo a consumare parole, c’erano ieri notte intere file di burocrati cool che cercavano di portare a casa per primi l’ultimo modello della Apple. Questa non è una critica alla Apple, ma al cazzone di turno. Come la cazzona di turno che ha tradotto La Divina Commedia con Gheddafi e gli Addams.

Potrebbe essere notte mentre leggete, perciò abbassate il volume, i vicini son sempre pronti a lamentarsi.

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