Cari indiependenti, buon Carnevale!
Ci eravamo lasciati con un avvio d’anno burrascoso, con il mondo diviso tra esser o meno Charlie, ci ritroviamo dopo un mesetto con un paio di crisi in atto (#siamoasuddiroma) , con un Presidente greco che musicalmente si potrebbe definire tra l’indie ed il combat rock ed un Presidente italiano che invece sa fortemente di anni 80; no, non gli ’80 che pensate voi.
Noi ci avevamo anche provato a suggerire qualche nome…
…e invece
Volendo passare però come sempre a volo radente su questi affari che lascio commentare a chi può essere più efficace del sottoscritto, mi dirigerò a passo svelto su argomenti faceti, da commentare naturalmente con il più rigido rigore scientifico.
Prendete il disco dei Verdena.
Endkadenz vol.1 ha diviso tutti gli appassionati di rock nostrano, tra i fan che esulterebbero anche se Alberto Ferraris e compagnia incidessero una sinfonia di suoni graffianti per gessetti e lavagna, quelli sorpresi nel trovarsi ad ascoltare un disco intero dei Verdena (perchè “io ero per gli Afterhours”) e quelli ancora che proprio non ce l’hanno fatta a superare l’orecchiabilità del singolo.
E mentre la menzione d’onore va di certo a chi ancora porta avanti la questione della comprensibilità dei testi (la noia che suscita in chi scrive è seconda solo alle disquisizioni sul patto del Nazareno) già si annuncia un volume 2 che dovrebbe uscire la prossima primavera.
E a sentir loro avrebbero anche scartato parecchie tracce…
Ma per la musica italofona è stato un mese piuttosto denso di uscite: Colapesce con il suo Egomostro, Felpa (side-project in chiave shoegaze di Daniele Carretti degli Offlaga) con Abbandono ed anche la Cantantessa che, nonostante le major, ancora ci piace.
Come pure interessanti, spostandosi verso i suoni più elettronici,sono il video di No Failure primo singolo estratto da Waiting For, il prossimo disco degli A Copy for Collapse, e l’imminente uscita di Pause di Indian Wells.
Sempre rimanendo in tema di elettronica nostrana, sta per uscire anche il primo disco di Go Dugong intitolato A love explosion,
Se non lo conoscete già (difficile se seguite l’elettronica nostrana) colmate subito questa lacuna e magari andatevelo anche a vedere dal vivo; rischiate di trovarvi davanti ad una performance degna di quella che lo vide protagonista durante lo scorso Spring Attitude.
A proposito di Spring Attitude, avete visto la line up?
Sempre restando sul tema festival ma uscendo fuori dai nostri confini, non posso che rivolgervi una domanda: siete riusciti a finire Line App? Io sono arrivato solo al secondo quadro eppure vi assicuro che mi ci sono impegnato con tutti i mezzi.
Quindi chi l’ha finito per me mi ha comunicato che anche quest’anno il Primavera Sound sarà il festival di riferimento per tutti gli altri. Così come interessantissimo si conferma essere il fratello minore portoghese, il NOS Primavera Sound di Oporto.
Tra tutti questi festival mi va di citare (riattraversando l’adriatico e tornando in Italia) anche l’ottimo Beaches Brew di Marina di Ravenna, che tra gli altri ospiterà i Viet Cong e lo farà come al solito gratis
E se siete tra i detrattori di questo gruppo (che invece a noi è piaciuto) potete andarci lo stesso visto che come potete constatare ci sarà lo stesso tanta bella roba.
Anche quelli del Radar Festival, nonostante la storiaccia della scorsa edizione, hanno annunciato che si terrà l’edizione del 2015. Per organizzarla hanno lanciato una campagna di crowdfounding. Se non li conoscete vi consiglio fortemente di approfondire la conoscenza di questa bella realtà che nonostante il trattamento abietto ricevuto cerca di fare cultura indie.
Al di là dei molti annunci di line up e delle tante uscite discografiche (come al solito, per brevità, quelle nominate sono solo una piccola parte di quelle che vale la pena approfondire e che quindi vi invito a cercare e magari a comunicarci), in questo mese ci sono state anche parecchie dichiarazioni interessanti.
Da Kim Gordon che nel suo libro Girl in a band dà il via ad un tourbillon di citazioni maligne ora su Courtney Love, ora su Billy Corgan oltrechè naturalmente su Thurston Moore (e non so a questo punto se sia un bene o un male che sia diventata piuttosto improbabile una reunion dei Sonic Youth) a Phil Selway che su uno dei dischi più attesi dell’anno ha da dire solo che sta venendo su bene.
E mentre Miley Cyrus decide di fregarsene dei Grammy dando precedenza al New York Porn Film Festival, allo Staples Center di L.A., Beck ha fatto manbassa di premi vincendone ben tre, suscitando le ire (che oramai sono alla stregua di un cliché) di Kanye West.
Intanto la Kardashian se ne torna a casa conticchiando un motivetto.
E mentre, per la categoria che ci interessa, la nostra beniamina St.Vincent si portava a casa il Grammy, qui da noi, in contemporanea con le vostre sessioni d’esami, iniziava la settimana della kermesse per eccellenza: Il Festivàl della Canzone Italiana.
E, tra glamour barocco, finti scandali, vallette, co-conduttrici (che col Jobs Act dovrebbero diventare Conduttrici a tutele crescenti), VincenzoMollica (TM) e poco altro, si fa silenzio in sala.
Dalle falde della mitica scalinata che infiniti addusse lutti ai malleoli, una voce nell’ombra annuncia:
Di Carrisi-Szary-Power, Felicità.
Dirige l’orchestra il Maestro Sascha Ring