Quando Bill Fay racconta l’improvvisa riscoperta dei suoi album c’è sempre un po’ di stupore nelle sue parole. Dopo due dischi registrati a inizio anni Settanta, il musicista inglese era sparito, dimenticato dall’industria musicale fino ai Novanta, quando a un tratto le persone hanno cominciato a ricordare la sua musica, sono arrivate le ristampe, e il nome di Bill Fay è diventato una specie di eroe di culto dei sotterranei. Come per quasi ogni storia interessante, tutto è successo senza una ragione apparente.
Una sera di fine anni Novanta Bill Fay riceve una telefonata; lo informano che i suoi album verranno ristampati. Si tratta di Bill Fay e Time of the Last Persecution, due dischi che per molto tempo sono rimasti accantonati negli scantinati di qualche rado amatore di folk rock. Tra i suoi ascoltatori ci sono ragazzi che hanno ritrovato i dischi tra i cimeli di famiglia, come il produttore Joshua Henry, e musicisti come Jeff Tweedy dei Wilco, che ha sempre cercato di fare la sua parte per diffondere la musica di Bill Fay.
Mentre le ristampe cominciavano a circolare, e le canzoni tornavano in vita, le leggende su Bill Fay passavano di bocca in bocca. E quando l’industria musicale decide di interessarsi a un dimenticato e si mette a scavare, trova sempre qualcosa da riportare alla luce. È il caso della nuova versione di Tommorrow Tomorrow and Tomorrow, che torna in circolazione per Dead Oceans.
Tomorrow Tomorrow and Tomorrow è letteralmente riemerso dalla fine dei Settanta e gli inizi degli Ottanta, quando Bill Fay e il suo gruppo di musicisti si radunano in studio per registrare. Rimasto inedito per anni, e pubblicato soltanto nel 2005, il disco è meraviglioso. C’è tutto il riverbero di un’epoca che ancora non si stanca di cantare alla maniera dei bardi del folk, tocchi di malinconia, echi di Bowie, Beatles, ballate per spiriti perduti, suoni di frontiera a cavallo tra due decenni, tracce seminali di sonorità che si sono dilatate solo successivamente. Non stupisce come tanti musicisti di nuova generazione abbiano scoperto in Bill Fay un’ispirazione per la loro musica.
La nuova versione contiene tracce inedite rispetto a quella del 2005: è la versione più pura delle registrazioni di Bill Fay, Bill Stratton, Rauf Galip e Gary Smith. Chitarre spezzate e pianoforti si accasciano all’orecchio con gentilezza. Canti a bassa definizione sussurrano da un altro pianeta, come la voce di Fay in Just a Moon e Love Is The Tune. Difficilmente si resiste alla tentazione di rimettere daccapo pezzi come Strange Starway e After the Revolution.
Potrebbe sembrare paradossale che il disco di Fay sia riemerso dal passato e abbia un titolo proiettato al domani, non fosse che il tempo è un’illusione, e ogni registrazione ha la potenzialità di arrivare a parlare al domani. La riscoperta più o meno archeologica della musica di Bill Fay si insinua nel flusso continuo del presente, e ci rende indietro una bellissima registrazione che ci riconnette al senso più remoto del fare musica.