Beppe Grillo e una pericolosa idea di trasparenza

Fa benissimo Grillo a invocare la trasparenza nei processi decisionali della cosa pubblica.

Non può ignorare, però, il significato storico della segretezza del voto in quei casi in cui si ritiene necessario che l’autonomia di scelta del singolo prevalga sulla disciplina del suo gruppo di appartenenza.

Ed è questa la partita che si gioca da giorni nel movimento: i parlamentari a 5 stelle sono anche in minima parte autonomi o devono essere come degli automi?

E laddove non hanno piena autonomia di scelta a chi devono rispondere: “alla totalità dei cittadini” o a Beppe Grillo?

Il j’accuse di Grillo su “Trasparenza e voto segreto” lo trascriviamo integralmente di seguito:

Nella votazione di oggi per la presidenza del Senato è mancata la trasparenza. Il voto segreto non ha senso, l’eletto deve rispondere delle sue azioni ai cittadini con un voto palese. Se questo è vero in generale, per il MoVimento 5 Stelle, che fa della trasparenza uno dei suoi punti cardinali, vale ancora di più. Per questo vorrei che i senatori del M5S dichiarino il loro voto.
Nel “Codice di comportamento eletti MoVimento 5 Stelle in Parlamento” sottoscritto liberamente da tutti i candidati, al punto Trasparenza è citato:
– Votazioni in aula decise a maggioranza dei parlamentari del M5S.
Se qualcuno si fosse sottratto a questo obbligo ha mentito agli elettori, spero ne tragga le dovute conseguenze.

Le reazioni dei commentatori oscillano tra ragionevolezza e un preoccupante e forcaiolo dagli al traditore.

Tra l’altro, con riguardo alla trasparenza, diverse voci hanno anche chiesto conto della mancata diretta streaming della riunione dei parlamentari in cui si sarebbe dovuta decidere la linea politica.

In ogni caso, nella tarda serata di ieri era questo il commento più votato:

Ai geni che affollano questo blog vorrei ricordare che un Presidente del Senato deve esistere e si doveva obbligatoriamente scegliere tra Grasso e Schifani, il primo ex procuratore nazionale antimafia, affatto parte della dirigenza Pd, e Schifani, molto vicino alla mafia. Per fortuna qualcuno del movimento ha votato Grasso, altrimenti c’era il rischio di trovarsi, di nuovo, lo Schifani che ha, tra le altre cose, ignorato la proposta di legge del primo V-Day.
Post orribile.

Oggi, al momento, di questo commento non vi è più traccia nel sito del comico genovese.

Ed è un peccato che dal blog di Grillo spariscano le considerazioni critiche più pacate: la migliore risposta a chi esprime un’idea di trasparenza dal nemmeno tanto vago sentore totalitario.

Perché è proprio di pacatezza, autocritica e ragionevolezza che il movimento e il Paese tutto necessitano, ora come ora.

______________________________________________________________________

AGGIORNAMENTO.  Abbiamo appurato che il votatissimo commento di ieri non è stato cancellato: risultano tuttavia neutralizzati 159 voti, visto che il commento continua a non essere visibile nella pagina dei più votati

 

Exit mobile version