Bat for lashes – The haunted man

Voto: 7,5/10

Natasha Khan, in arte Bat for Lashes, si nasconde dietro uno sguardo smaliziato in cui è quasi un piacere perdersi. Nei suoi tratti si rivede una lunga dinastia di regine delle Indie e nella sua voce è possibile ascoltare l’onirica presenza di Bjork e la potenza timbrica di Kate Bush. Dopo avere stregato Radiohead e Coldplay che l’hanno scelta per aprire i loro tour, è riuscita a conquistarsi un suo personale pubblico molto devoto e vicino. Di madre inglese e di padre pakistano Natasha risente di influenze occidentali e orientali, che usa abilmente per creare le sue tracce musicali.

Il 15 ottobre scorso è uscito il suo terzo lavoro in studio “The Haunted Man”, una perfetta combinazione di suoni celestiali e tenebrosi spezzati solo dalla voce pulita e forte della virtuosa di Wembley. La copertina dell’album è firmata dal celebre fotografo Ryan Mcginley che modifica la sua opera “India”, sostituendo la ragazza del ritratto con Natasha e il lupo con un ragazzo. Il primo singolo estratto, uscito precedentemente all’album, “All Your Gold” è un concentrato di bassi irrequieti e di tamburi africani che si sovrappongono l’uno sull’altro, un mix di suoni e litanie ammaliatrici come il canto di una sirena. Le altre tracce sono, invece, sospese nell’etere, in una bolla di sapone, in grado di proteggere la giusta intimità di parole e note. “Horses Of The Sun” fa parte di quelle canzoni cristallizzate in sintetiche tastiere e in cori dell’Oltretomba, tra cupezza e folk. Non ci sono eclettismi, solo nebbie che si addensano a ritmo sempre uguale negli avamposti della mente. Così come “Lilies”, la sognante ballata segmentata da disfunzioni elettroniche e completamente imperniata sul canto da usignolo della seducente Natasha è minimale nella sua struttura, “Deep Sea Diver” è incantevole in egual modo e risulta essenziale nel suo insieme. In questo capolavoro privo di imperfezioni Natasha racconta un amore profondo come gli abissi del mare, un tuffo, potenti bracciate e nel silenzio dell’oceano lacrime ancora più salate. In un crescendo di ritmi e timbri sempe più potenti ci si accorge di quale sia la forza di Bat for Lashes: incanta e culla senza eccessi, la sua arma vincente è la voce, che sa controllare in ogni situazione. Bastano pochi accordi per tracciare una melodia che riecheggia tra note basse ed alte.

“Laura”, secondo singolo estratto è di interpretazione quasi drammatica, un piano da cocktail bar di sottofondo ad un delizioso canto per cui non si può che non tessere ancora elogi. Suggestiva, capace di trasportare l’ascoltatore in una dimensione parallela sia a livello uditivo sia visivo. Nel raccontare una storia Bat for Lashes sviscera sentimenti molto personali che ribalta su personaggi fittizi così come è stato in “Two Suns” con l’alter-ego di Pearl. Qui, invece, si è spogliata di una maschera e canta tormenti ed emozioni: “Is a train that crashed my heart, you’re the glitter in the dark, Uh, Laura you’re more than a superstar”.

Anche se tutte le tracce appartengono al medesimo registro interpretativo, Natasha trova per ognuna delle quindici canzoni ispirazioni diverse, così da regalare prospettive sempre nuove a tutti i suoi ascoltatori. Se “Oh Yeah”  ha una ritmica prettamente elettronica, quasi psichedelica, “Winter Fields” ritorna ad essere suggestiva nel suo abito scuro e nostalgica fin dall’inizio con un’esecuzione di fiati. Un’altra track in crescendo è “The Haunted Man” che rompe ogni contatto con la realtà, creando uno spazio atemporale. Mentre “Marilyn” , “A Wall”, “Rest Your Head” sono composizioni che risentono di una grande dinamicità, immerse nei synth degli 80’s sono forse anche le tracce che risentono di più di una vena pop, decisamente clubbin’,in cui ogni tanto echeggiano risonanze asettiche. Non per questo meno apprezzabili, conservano comunque la firma indiscussa di Natasha.

In quest’opera di crescita, che non possiamo ancora chiamare maturità artistica, ma molto si avvicina, quello che fa Bat for Lashes è raccontare finalmente un mondo assunto tra le inquietudini e le speranze del suo personale firmamento, attraverso sogni sonori in cui è incessante il sibilo del vento.

Tracklist:

  1. Lilies
  2. All your gold
  3. Horses of the sun
  4. Oh yeah
  5. Laura
  6. Winter fields
  7. The haunted man
  8. Marylin
  9. A wall
  10. Rest your head
  11. Deep sea diver
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