Certe persone sono destinate a intraprendere viaggi che subiscono continue variazioni rispetto all’itinerario previsto. È il caso di Natasha Khan, in arte Bat For Lashes, che dopo tredici anni di carriera e la pubblicazione di cinque dischi, non ha ancora smesso di seguire percorsi inesplorati e di cercare nuovi spazi da abitare. Prima di continuare a raccontare dove sia arrivata oggi Bat For Lashes, è necessario fare un passo indietro e introdurre The Lost Boys, un film horror del 1987, diretto da Joel Schumacher. I protagonisti sono i fratelli Emerson, due ragazzi che si sono appena trasferiti nella piccola e apparentemente tranquilla città californiana di Santa Clara. Apparentemente tranquilla perchè dopo aver stretto amicizia con alcuni giovani residenti gli Emerson scoprono di essere circondati da vampiri. Per farla in breve prendete i temi toccati in Buffy l’ammazzavampiri e le atmosfere di Stranger Things e avrete The Lost Boys.
Perchè questo excursus cinematografico? Bat For Lashes, ammaliata da sempre dalla cultura e dal glam degli anni ‘80, prova a riscrivere la pellicola del 1987 adattandola ai giorni nostri, ma qualcosa non va come previsto. Lost Girls è la colonna sonora di un film che non ha (ancora) preso vita, ma a cui è possibile attribuire diversi fotogrammi grazie alle dieci tracce che compongono la raccolta. Un consiglio: prima di iniziare l’ascolto abbassate le luci, il tappeto di sintetizzatori che ricopre il disco sembrerà ancora più morbido.
Nonostante il mercato discografico abbia tentato ripetutamente (e inutilmente) di far intraprendere vie più semplici e commercialmente appetibili a Natasha Khan, la sua produzione è sempre stata tutto fuorché pop. La dimostrazione è data dal fatto che, in occasione dell’uscita di quest’album, abbia deciso di abbandonare l’etichetta storica, la Parlophone che la voleva trasformare in quello che non era, per una nuova label, la britannica AWAL. Salutate le atmosfere fiabesche di Fur and Gold, le arie solenni di Two Suns, le tenebre avvolgenti di The Haunted Man e la ragazza protagonista di The Bride, che poco prima di sposarsi resta vedova del fidanzato che la stava raggiungendo nel luogo del matrimonio. Per ironia della sorte (e della Parlophone) Lost Girls è l’album più orecchiabile e seducente di Bat For Lashes.
Lost Girls è una dichiarazione d’amore nei confronti di un periodo storico che ha sempre esaltato la fantasia, influenzato non a caso proprio da sonorità brillanti e allo stesso tempo cupe. Kids in the Dark è la prima traccia del disco, un manifesto che in tono aulico introduce l’ascoltatore a una dimensione che dovrebbe conoscere bene. La voce eterea di Natasha Khan si plasma perfettamente ai synth e diventa uno strumento musicale anch’essa. Una magia diversa si trova anche in The Hunger, dove il mondo dei vivi entra in contatto con quello dei morti, grazie all’ingombrante presenza di un organo che riempie il brano dall’inizio alla fine.
Tra le tracce che meritano più di un ascolto ci sono Feel For You e Vampires, la prima per le sue ritmiche pulsanti che richiamano il battito del cuore di chi scopre l’amore nella penombra delle luci stroboscopiche e la seconda per il suo fascino oscuro, l’impronta new-wave in stile The Cure e un sax incredibilmente sexy. Lost Girls è un disco di speranze e di promesse, di amori notturni nati nella clandestinità dei bar, drink dopo drink fino alle prime luci dell’alba, ma soprattutto è un album dove le protagoniste sono le donne. Creature forti, indipendenti e intraprendenti come in Jasmine, consapevoli come in Desert Man e amanti della natura come in Peach Sky e Mountains.
Impossibile non essere attratti da queste eroine che fioriscono al tramonto e che appassiscono all’alba, capaci di realizzare grandi avventure e di affogare in un mare di nostalgia. Le luci al neon riempiono le notti di queste giovani donne che amano e soffrono fino a impazzire. Natasha Khan ha traslato in musica ancora una volta una storia contemporanea fatta di suggestioni vivide come bagliori nella notte. Lost Girls è il disco che mancava agli amanti della retromania, ma che lascia senza fiato anche tutti gli altri.