19 novembre 2012
Alcatraz, Milano
Dopo una Travelling Woman abbastanza anonima partono i coretti sciamanici di Oh Yeah e la Khan può dar sfogo al suo spirito da druida lanciandosi in danze e movenze eleganti che dimostrano una consumata esperienza quanto a presenza scenica. A seguire una All Your Gold meno pregnante di come la ricordavo è Horses of the Sun (scelta nella scaletta in alternativa a Marilyn) che col suo ritornello cattura il pubblico e lo smuove dall’accondiscendente torpore in cui fino a quel punto sembrava essere caduto. La nostra si alterna tra microfono e pianoforte con maestria e si lancia nel circolare giro di note di Horse and I, brano tra i più apprezzati del suo primo lavoro. Segue, solo per voce e piano, il pezzo forte dell’ultimo disco, Laura, che con i suoi echi romantici commuove il pubblico e mette ulteriormente in risalto le doti canore di Natasha. Con Lumen si ha il momento dreamy, in cui la platea intera trattiene e il respiro e dondola la testa sognante, mentre con Prescilla veniamo invitati a partecipare attivamente tenendo il ritmo con le mani, immergendoci così in uno dei brani più pop di Fur and Gold. Infine, dopo il folk di Sleep Alone, sulle note di una conosciutissima Pearl’s Dream Bat for Lashes lascia il palco in attesa del dovuto richiamo. Si sprecano dunque gli applausi e dopo un paio di minuti la cantautrice pakistana visibilmente commossa dall’affetto dimostratole ci concede gli ultimi brani della scaletta. Ci viene quindi proposta una doppietta finale di tutto rispetto: dapprima The Haunted Man, la title track dell’omonimo disco, per un momento maestoso e colmo di intensità, coi cori pseudogregoriani sparati sul microfono attraverso una vecchia radio; e infine, a chiudere la serata, l’immancabile Daniel, il brano più conosciuto e che infatti viene cantato a squarciagola dai presenti tutti.
Se dovessi quindi tirare le somme del concerto direi che gli arrangiamenti, specie nella prima parte del live, mi sono sembrati troppo poveri rispetto a quello che si sarebbe realmente potuto fare, anche per arricchire le versioni in studio che alla lunga risultano stancanti se suonate senza variazioni. Di contro, un plauso meritano il carisma e la padronanza di scena della Khan, splendida nel suo modo di vivere appieno ogni brano non solo con la voce, ma con l’intero corpo. Un bilancio, dunque, più che positivo per questa data italiana di Bat for Lashes; ora non ci resta che sperare di non dover attendere l’uscita di un quarto disco per poterla avere ancora dalle nostre parti.
Setlist
- Lillies
- What’s a girl to do
- Glass
- Travelling Woman
- Oh Yeah
- All Your Gold
- Horses of the sun
- Horse and I
- Laura
- Lumen
- Priscilla
- Sleep Alone
- Pearl’s Dream
Encore
- Haunted Man
- Daniel