Dopo qualche anno di attesa (l’album d’esordio, Zeno, risale al 2013), sono tornati: è uscito il 4 Ottobre il nuovo disco della band romana I Quartieri. ASAP, acronimo di As Soon As Possible, titolo dell’album e chiara ironica allusione agli anni che in effetti ci sono voluti perché il disco uscisse, è stato anticipato da due singoli: Vivo Di Notte e Siri.
Il primo è un racconto di chi forse riesce a trovare veramente sé stesso solo quando il buio ha avvolto la città e i volti e i gesti sono ormai fumosi, sfuggenti.
E fabbrico dei sogni
Di cui non ho memoria mai
E mi racconto sempre
Che cambierò domani
Siri invece, secondo singolo e seconda traccia dell’album, è accompagnato da un video totalmente girato su smartphone, che regala uno spaccato di una quotidianità frenetica vissuta tra social, applicazioni, GIF e Stories e che si sposa bene con il ritmo indie rock della canzone. Tra la fretta e la fame di messaggi e likes, la preghiera finale però, rivolta proprio a Siri, è solo una, quella di tornare a casa.
Fabio Grande, Marco Santoro e Paolo Testa hanno avuto bisogno di un po’ di tempo per realizzare quello che oggi suona come un album maturo e consapevole, un disco pop in cui il connubio tra musica e racconto trova un equilibrio contemporaneo e orecchiabile.
Ma tu vieni qua
E mi mandi via
E tagli il mio cielo con le raffiche
Siri, portami a casa…
Certamente durante l’ascolto di ASAP risulta impossibile non percepire una certa vicinanza della band con quelli che si potrebbero definire i “moderni cantautori romani” a partire dalla somiglianza nel modo di cantare di Fabio con quello di Riccardo Sinigallia e Federico Zampaglione.
La voce di Fabio Grande non è una voce potente, una di quelle che ti colpisce per la profondità o la capacità di muoversi tra tonalità alte e basse: è più una di quelle voci familiari che ti sembra di conoscere da sempre e che riesce bene a scandire parole ed emozioni senza sforzi e senza sfarfallii, risultando più di ogni altra cosa sincera.
Il nuovo disco de I Quartieri, a conferma di un legame con l’indie rock di qualità, è stato pubblicato con l’etichetta 42 Records, che ha già messo la firma, tra gli altri, a lavori de I Cani, Cosmo e Colapesce, ed è stato prodotto, registrato e mixato dallo stesso Fabio Grande (già con Colombre, Joe Victor, Maria Antonietta…).
ASAP è quel genere di album che riesce in punta di piedi a rompere lo schema che si è imposto nell’indie italiano da un po’ di tempo a questa parte: quella fretta di pubblicare un disco dopo l’altro anche quando non ci sono nuove cose da dire. Diverse band di recente, hanno ceduto a questo schema e, come era prevedibile, ne sono uscite indebolite. I Quartieri hanno aspettato 6 anni e 6 anni è stato il tempo giusto, il loro as soon as possible, il prima possibile se l’obiettivo era quello di creare un prodotto di qualità.
Muoversi tra le 8 tracce dell’album è un percorso lineare che alterna momenti di poesia a momenti più concreti in cui protagonista è la vita di tutti i giorni. Si tratta però non di una vita descritta con oggettività e fatta di strade da percorrere, ritardi, volti familiari o sconosciuti, bensì una vita in cui ogni cosa è filtrata e raccontata dall’interno di una mente che danza in un turbinio di sensazioni e musica.