Ani DiFranco canta l’amore rivoluzionario

Revolutionary Love è il ventiduesimo album in studio per la musicista e attivista statunitense Ani DiFranco, una tra le artiste più prolifiche al mondo capace di riflettere con le proprie canzoni una speciale connessione tra la sfera personale e quella collettiva, sociale e politica. Da sempre icona femminista, la “little folksinger” dall’anima punk ci ha abituati, fin dagli anni novanta, a standard qualitativi sempre alti e anche stavolta conferma di essere una tra le penne più interessanti in circolazione. Vera, genuina e meravigliosamente libera da qualsiasi forma di music business.

A tre anni da Binary e a uno dall’autobiografia No Walls And The Recurring Dream, il nuovo album, in uscita il 29 Gennaio per la sua etichetta Righteous Babe Records (fondata all’età di diciotto anni), ha iniziato a prendere forma nelle ultime settimane prima che il Covid-19 diventasse pandemia globale. È stato scritto on the road durante l’ultimo tour di Ani lungo la West Coast nel febbraio 2020, prima dell’isolamento forzato nella sua casa di New Orleans.

Undici canzoni che avrebbe voluto pubblicare prima delle elezioni americane, per poter influenzare positivamente le persone sul senso di democrazia. La perdita di empatia e la mancanza di comunicazione tra le persone sono il fil rouge di questo nuovo lavoro, ispirato dal libro See No Stranger di Valerie Kaur, manifesto dell’amore rivoluzionario. Un amore che, come sostiene l’autrice del libro, può essere rivoluzionario solo se praticato nella comunità, non solo per sé ma anche per gli altri o per i propri avversari. Un orientamento alla vita, un’ idea certamente nobile per trasformare il mondo che ci circonda.

 

Anticipato dalla title-track, Do or die, Contagious e dalla recente Simultaneously, l’album vede alla produzione la cantautrice insieme a Brad Cook, polistrumentista della North Carolina già a lavoro con Justin Vernon dei Bon Iver, che tra l’altro era apparso in un featuring nel precedente Binary (2017).

Tanti i musicisti ad aver contribuito al sound del disco: il percussionista Brevan Hampden (Hiss Golden Messenger, Milton Suggs), il suonatore di corno e flauto Matt Douglas (The Mountain Goats, Josh Ritter), il tastierista Phil Cook (Megafaun, Shouting Matches), il batterista Yan Westerlund (Quetico, Mipso) e gli insostituibili Terence Higgins alle percussioni e Todd Sickafoose al basso con cui Ani si accompagna da molto tempo.

Ne è venuto fuori un bel disco a tinte folk, soul, r’n’b e jazz-pop, splendidamente arrangiato, ricco di sfumature e legato squisitamente ed imprescindibilmente alla poetica e alla voce imponente dell’artista di Buffalo. Nelle canzoni di Revolutionary Love c’e’ la consueta forza emotiva di una cantautrice che, album dopo album, continua ancora ad evolversi nella scrittura e nello stile, con la maturità artistica e la ribellione nel sangue. Un disco consigliato a tutti quelli che, soprattutto in questo momento, hanno bisogno di amore e di empatia.

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