Domenica 19 febbraio alle OGR di Torino, Amalfitano e gli Elephant Brain suoneranno dal vivo per OGR Club, il format di eventi organizzato nell’atmosfera intima del Duomo delle OGR, che vede i musicisti incontrare il pubblico in una sala suggestiva e senza palchi. La serata è free entry, con lista.
In attesa del live, abbiamo fatto una breve chiacchierata con Almalfitano, aka Gabriele Mencacci Amalfitano, già voce, chitarra e autore della band Joe Victor. Amalfitano, romano innamorato di Palermo, ha pubblicato lo scorso anno Il disco di Palermo, album che richiama le melodie della canzone italiana, e la bella ironia del cantautorato d’autore. Scopriamo meglio le sonorità del disco, e cosa dobbiamo aspettarci dal concerto di domenica prossima.
Il disco di Palermo è un disco fresco, che si lascia ascoltare in una maniera naturale. Canzoni italiane composte con una vena un po’ ironica e un po’ anche amara. Ci racconti com’è nato l’album? E perché proprio Palermo?
Il disco di Palermo è nato durante innumerevoli viaggi fatti a Palermo per amore, e al tempo per me era una città totalmente sconosciuta, che poi ovviamente mi ha fatto innamorare anche di lei, e quindi ho deciso di registrare le mie prime canzoni lì. È un disco quasi geografico per me, un filo interiore che lega Roma, che conosco fin troppo, a Palermo, che non conosco mai abbastanza.
Ascoltando Il disco di Palermo, colpisce la tua voce. A tratti c’è una scanzonatezza alla Rino Gaetano, ma l’impronta vocale è distintiva, si sente una forte personalità. Che differenze trovi tra cantare in inglese come con i Joe Victor, e in italiano come in questo lavoro?
All’inizio è stato molto strano, perché ho cantato una vita in inglese e anche i miei ascolti erano soprattutto americani, ma certamente Rino è stato il mio grande riferimento canoro – soprattutto all’inizio – perché amo le voci graffiate. Però poi tutto il cantautorato italiano mi è piovuto addosso, ed è stato come conoscere meglio un’intera nazione, e ho cercato in ognuno ispirazioni e stili, da Dalla a Battisti, Ivan Graziani, Alberto Fortis, Enzo Carrella, Pino Daniele, il primo Venditti, Zucchero, Mango, Patty Pravo, Capossela, Baustelle, tutto insomma.
L’esperienza Joe Victor si è conclusa o è solamente in pausa?
I Joe Victor sono in pausa, volevo concentrarmi sul progetto italiano, che è stato anche rallentato dalla pandemia, adesso voglio fare questo, ma un giorno torneranno.
Quali sono le canzoni italiane che ispirano Amalfitano?
Tutte quelle che mi piacciono. Sembra una risposta scontata, però è la più sincera. Non amo, come tanti, le distinzioni di genere, quindi ascolto di tutto, sono musicalmente onnivoro, anche se di tutto il mondo musicale esistente preferisco la “forma canzone”. Può essere cantata in qualsiasi lingua, può essere folk, pop, metal, hip hop o reggae, vecchia o nuova, ma amo le canzoni.
Stai lavorando a qualcosa di nuovo?
Sì, il secondo disco è già scritto e lo stiamo registrando, e sono decisamente emozionato.
Cosa dobbiamo aspettarci dal tuo live a OGR Club il 19 febbraio?
Un live abbastanza fedele al disco, ma tutto suonato. Quindi senza elettronica e campionamenti. Chitarra, basso, tastiera, batteria e voci, come una volta!