In molti lo definiscono un astro nascente del pop, la next big thing: dopo aver suscitato interesse intorno alla sua figura con i suoi Ep, tanto da attirare l’attenzione di Vogue, che gli ha dedicato un articolo per il suo stile, Gus Dapperton torna sulla scena con il suo primo full length.
Gus sviluppa ciò che aveva creato nei primi due Ep, dove il pop da camera la faceva da padrone, muovendosi verso un (post) dream pop che richiama Tame Impala (soprattutto per le tastiere) e Mac DeMarco. La storia di questo Where Polly People Go To Read parte da una drum machine Roland TR 626 usata che Gus ha acquistato su eBay, con cui crea un tappeto sonoro dal mood anni ‘80 che combacia alla perfezione con i colori freddi e luminosi della copertina dal rimando disco anni ‘80. Le vibrazioni sensuali dei synth e della drum machine si sposano bene con il titolo, infatti, il termine “polly people” sembra essere riferito alle persone poliamorose.
Oltre all’evidente evoluzione sonora ce n’è una anche su ciò che vi si poggia sopra: la voce. Infatti, a dispetto dei precedenti Ep, sembra Gus abbia intrapreso una via più emozionale. In molti punti canta quasi in falsetto per raggiungere vette di coinvolgimento inaspettate, contrapponendo questa modalità a linee molto più marcate, quasi fossero dei ruggiti (si veda a proposito Fill Me Up Anthem).
Questo è il disco della maturità di Gus Dapperton, forse un punto di passaggio nella sua evoluzione verso una sua identità ancora più marcata.