Il quarantenne regista napoletano Vincenzo Marra ha tenuto una lezione di Cinema agli studenti dell’Università Suor Orsola Benincasa ed è stato protagonista di un “incontro ravvicinato” al Napoli Film Festival 2013: dinanzi alla platea del cinema Metropolitan si è raccontato spiegando la sua esperienza artistica e l’esigenza di guardare la realtà italiana prevalentemente con occhio documentaristico. Dopo aver lavorato come fotografo sportivo intraprende nel ’96 la carriera cinematografica girando un paio di cortometraggi che gli servono come officina pratica per la verifica di tecnica registica, tanto che in poco tempo viene chiamato a collaborare con autori del calibro di Marco Bechis e Mario Martone.
L’esordio registico vero e proprio arriva nel 2001 con Tornando a Casa, storie incrociate di pescatori napoletani che lavorano in Sicilia, premiato alla Settimana della Critica alla Mostra del Cinema di Venezia. Come riconoscimento d’esordio non è male, ma invece di cavalcare l’onda e dare vita subito al secondo film Marra decide di sviluppare l’aspetto documentaristico girando E.A.M. – Estranei alla massa, emblematico ed affascinate viaggio nelle vite di alcuni componenti dei Fedayn, gruppo storico di tifosi del Napoli. Il secondo film, uscito nel 2004, è un vero e proprio gioiello che impone Marra come autore di livello e di grande sensibilità sociale: Vento di Terra narra la vicenda di un diciottenne di Secondigliano che rimasto orfano di padre deve destreggiarsi tra innumerevoli difficoltà per cercare di aiutare onestamente la propria famiglia in un ambiente pieno di insidie e sirene criminali di veloci e facili guadagni.
Nonostante l’exploit sopratutto di critica del secondo lungometraggio, Marra resta legato alla forma documentario tanto da girarne ben due tra il 2005 e il 2006: 58% fin dal titolo parla della condizione dei Palestinesi a cui è stata sottratta questa percentuale di terra di loro proprietà per ordine del leader israeliano Ariel Sharon, e Marra, invitato in Palestina per dare lezioni di regia ai bambini si trova a viaggiare in un paese costretto all’invivibilità da posti di blocco, campi profughi, conflitti continui. Il documentario del 2006 è L’Udienza è Aperta e segue un processo di camorra al clan dei Casalesi mostrando particolari della giustizia italiana attraverso eventi reali e interviste ai protagonisti della vicenda.
E’ del 2007 L‘Ora di Punta, terzo film che Vincenzo Marra ha girato cercando un nuovo registro narrativo oltre che tecnico, parlando di un uomo alle prese con la sua ambizione da coltivare anche a costo di cavalcare l’illegalità che impera nel suo ambiente lavorativo. Il ritorno al documentario avviene con Il Grande Progetto, lavoro che attraverso l’occhio del trentenne Biagio, operaio gruista, segue l’evoluzione del fantomatico piano di riqualificazione urbana dell’area Ex Italsider di Bagnoli, tra orchestrazioni, incontri progettuali e continui rinvii e nulla di fatto.
Nel 2012 è stato presentato alle Giornate degli Autori di Venezia l’ultimo documentario di Marra, Il Gemello, uno spaccato della vita carceraria attraverso la quotidianità di un detenuto: l’opera in questione è stata scelta, a ragione, per chiudere l’incontro ravvicinato dedicato al regista dal Napoli Film Festival.
E.A.M. – Estranei alla massa