Quando il sole cade a picco su di noi, intorno a mezzogiorno, la nostra ombra scompare. Con la nostra ombra scompare anche una bussola che ci orienta nel mondo circostante. Diventiamo naufraghi, siamo persi. Da questa sensazione di smarrimento comincia però un viaggio che è soprattutto interiore, per ricostruire la nostra identità non solo in relazione al mondo che ci circonda ma in primis nei confronti della nostra storia. La scrittura, in questo viaggio, è inizio e fine, strumento imprescindibile per arrivare alla fine del percorso.
La Storia, quella con la esse maiuscola, può esistere soltanto come insieme dei singoli punti che compongono un percorso non sempre lineare. Quei punti siamo noi, quei punti possono essere sedici scrittori che hanno preso parte alla prima antologia pubblicata dalla rivista “In allarmata radura” insieme a Pidgin edizioni. A questi scrittori si affiancano sedici fotografi, 16 fotografie in bianco e nero che accompagnano i testi nel tracciare una progressione dalla luce all’oscurità e poi di nuovo verso la luce: i fili che connettono le diverse scritture non si possono dire linee rette, bensì richiamano quel movimento di discesa e risalita che consente l’esplorazione del sé, da un inizio segnato dalla luce per poi scendere nelle profondità, stanziando nell’oscurità, finché non si è pronti a risalire mostrando una nuova consapevolezza o prospettiva.
“La radura è uno spazio aperto, nonostante sia assediato; è uno spazio difeso, ma non arroccato. La sua natura è ibrida”, così recita un passaggio della pagina di presentazione della rivista nata nel 2011 da un’idea di Livia Del Gaudio e Aurora Dell’Oro che ha dato vita a questa raccolta. La sua natura ibrida si rispecchia in pieno in questo progetto molto ambizioso e importante che beneficia del sostegno del MiC e di SIAE nell’ambito del programma “Per Chi Crea”. La rivista però non avrebbe avuto la sua forma senza il contributo di Pidgin Edizioni, casa editrice campana che ha sempre avuto un posto di rilievo nell’odierna narrativa alternativa italiana e non solo. Grazie a Pidgin abbiamo letto in Italia autrici straniere come Amelia Gray e Mary South, solo per citarne alcune.
Unire alle parole le immagini di altrettanti fotografi è una delle cifre stilistiche proprie di In allarmata radura, il loro registro è stato trasportato in pieno in questa rivista che tra i fotografi annovera i nomi di Nicola Villa, Pierclaudio Duranti, Claudia Jares, Mickaël André, Rowan Romeiro, Elide Blind, Federico Renzaglia, Tito Ghiglione, Oswald Wittower, Sotiris Lamprou, Barbara Cannizzaro, Simona Nobili, Francesco Dongiovanni, Nadzeya Pakhotsina, Lulù Withheld, Camilla Schmitt.
Livia Del Gaudio firma anche la prefazione a quest’opera corale e multimediale, oltre a ritrovarla più avanti con un suo scritto più personale. Ma scorrendo l’indice ritroviamo anche nomi molto noti della narrativa odierna, a partire da Ester Armanino che ci regala una storia di sdoppiamento dell’io narrante.
“La sua scrittura: nuda, appena nata, affamata. Una forma di esistenza. Non voleva piacere ma dire la verità, come se ogni volta, scrivendo, la vera me avesse dovuto confessare tutto”
Un racconto sottratto al tempo e allo spazio, proprio della scrittura dell’Armanino che già con Contare le sedie si era affermata come una delle narratrici italiane di maggior talento.
Poi Veronica Galletta, finalista al Premio Strega del 2022 con Nina Sull’argine, che ci restituisce un personalissimo racconto del sé contenuto nello spazio di due assi cartesiani. Dare un ordine al mondo, assecondare la propria tendenza a graficare il mondo. Provare a dare un senso alla realtà riportandola a numeri e fenomeni misurabili, trovare una curva che possa spiegare l’angoscia o la paura provata durante la pandemia.
La raccolta procede come un caleidoscopio di emozioni e di storie che provano a ricucirsi l’una all’altra, vedi il racconto di Maria Teresa Rovitto (che firma anche la postfazione) in cui una storia familiare si tramanda in modo conflittuale attraverso la voglia di tenere unite le donne di una famiglia e la forza centrifuga delle loro esistenze che in qualche modo mette a dura prova questi legami.
Tramandarsi, raccontarsi, provare a mettere nero su bianco le nostre esistenze sembra essere il perno centrale di questo lavoro corale, che pur nella diversità degli interventi riesce a tessere una trama univoca seppur non lineare. In qualche modo questo risultato finale restituisce il senso profondo delle nostre esistenze. Siamo sempre noi, ma cambiamo coi giorni, mutiamo con gli anni, accumuliamo ferite, rimarginiamo cicatrici, ci guardiamo allo specchio e siamo cambiati pur mantenendo dei tratti caratteristici. Così i diversi capitoli e le diverse immagini si discostano l’uno dall’altra ma in fondo a queste pagine, che siano fotografie o racconti riusciamo a trovare un elemento in comune: il tentativo di rielaborare le nostre esistenze. Quei piccoli punti, non perfettamente allineati, naufraghi nel caos della vita che però messi assieme restituiscono una storia più grande che ci comprende tutti.
Non si può raccontare un’opera corale di questa portata senza perdere qualche immagine o qualche riga, ma si può provare a restituire lo sforzo creativo di imbrigliare in un libro il concetto più effimero che si possa immaginare, la nostra identità.
L’ORA SENZA OMBRE sarà presentata a Napoli il 5 Ottobre alle ore 18.30 all’A’mbasciata di via Benedetto Croce 19
Ester Armanino • Alessandro Busi
Fabiana Castellino • Deborah D’Addetta
Livia Del Gaudio • Aurora Dell’Oro
Leonardo Ducros • Antonio Esposito
Gabriele Esposito • Mario Emanuele Fevola
Veronica Galletta • Francesca Mattei
Maria Teresa Rovitto • Simone Sauza
Alexandrina Scoferta • Francesco Spiedo
Prefazione di Livia Del Gaudio e Fabiana Castellino
Postfazione di Maria Teresa Rovitto e Livia Del Gaudio