Tutte le foto sono di Pierdomenico Mongelli
Cominciamo dalla fine. Anche la XIV edizione del Medimex – International Festival & Music Conference – è stata un successo. Migliaia di persone nel pubblico, milioni di interazioni sui social. Anche se, per la legge matematica della varietà necessaria, ci permettiamo in questo report di indicare in cosa si può migliorare.
Taranto, e provincia
La città di Taranto, da sempre stigmatizzata nelle cronache locali, nazionali e internazionali, ha finalmente avuto un lungo weekend di gloria: per un attimo, ha dimenticato il suo presente fatto di tumori e diossina, e si è presentata come una vera e propria capitale della musica.
I diversi eventi collaterali, i talk, le mostre e gli showcase, l’hanno resa viva nei suoi angoli salienti: il centro storico in cui si trova anche l’Università, la zona del porto mercantile ed il lungomare. Sebbene il caldo fosse asfissiante, frotte di turisti musicali hanno invaso le strade di Taranto Vecchia: le strutture ricettive erano infatti sold out, a quanto riportano gli organizzatori.
Il Medimex, finanziato dalla Regione Puglia, è entrato a pieno diritto nella lista dei festival più importanti del Paese, con alle spalle delle line up del tutto all’altezza del titolo: Nick Cave, Patti Smith, Iggy Pop, Kraftwerk, Placebo, per citarne alcuni. Inizialmente organizzato a Bari, il festival si è spostato a Taranto dal 2018 per intercessione del Presidente Michele Emiliano.
La scelta è stata sicuramente vincente: finalmente Taranto rinasce grazie alla musica e dimostra che si può investire nella cultura. Secondo quanto riporta il Medimex, sono circa 300 gli operatori coinvolti nelle attività del festival; purtroppo, è il caso di parlare al maschile visto che la quasi totalità degli eventi (talk, workshop, presentazioni di libri e film) è stata dominata da ospiti uomini. Un vero e proprio mansplaining musicale che non fa giustizia alle tante donne che in Italia lavorano come producer, giornaliste musicali, speaker radiofoniche, ecc. La beffa, poi, è che il focus di quest’anno fosse anche la parità di genere nell’industria musicale italiana.
Dall’altro lato, la sinergia tra Puglia Sounds, Medimex Music Factory e Sony Music ha permesso a molte band locali e nazionali di avere uno spazio per esibirsi. Inoltre, molti talenti del territorio sono stati ospiti del festival, come il regista Michele Riondino e il producer plurivincitore di Grammy Marc Urselli.
Il riscatto diventa ancora più grande se si pensa che la capitale della musica internazionale lo fosse già in passato: negli anni ‘80, nella città dei due mari, sono passate band come i Bauhaus, New Order, Simple Minds, Ultravox, Cult, The Sound, Siouxsie and The Banshees e persino i Soundgarden.
I tarantini ne parlano come un’età dell’oro, in cui il benessere economico della fabbrica non aveva ancora mostrato il suo lato oscuro. Per chi volesse approfondire consigliamo il libro “‘80, New Sound, New Wave” di Giuseppe Basile e Marcello Nitti, noto fotografo e promoter tarantino. Forse è proprio in continuità con questo passato che Cesare Veronico, coordinatore del Medimex e Puglia Sounds, ha scelto gli Smile, Jesus & Mary Chain e i Pulp come headliners.
I concerti
I primi sono il nuovo progetto degli ex Radiohead Thom Yorke e John Greenwood con cui musicalmente ci dicono: “Adesso facciamo quello che ci pare”. Suonano circa un’ora e mezza di jazz, elettronica e prog rock intervallati dai tentativi (apprezzabili) di Yorke di interagire in italiano con il pubblico. Il palco, come nelle edizioni precedenti, si trova sulla rotonda del lungomare, da cui si vede in lontananza il porto mercantile sulla sinistra e un imponente Nettuno dipinto da Kraser su un palazzo vicino sulla destra.
Come già in passato, gli opening act dei “big” del festival sono scelti tra i musicisti del territorio proprio grazie alla cooperazione con Puglia Sounds: nel caso degli Smile, è Melga, cantautrice di Massafra cresciuta a Taranto, ad aprire adeguatamente le danze. Il secondo giorno, quello dei Jesus & Mary Chain e dei Pulp, viene invece iniziato dai Guatemala, band vincitrice del Puglia Sounds 2023.
Per quanto la band di Glasgow e quella di Sheffield siano formate da persone ormai ultrasessantenni – un po’ come dei nonni dell’indie – è bello notare tra il pubblico ragazzə adolescenti accompagnatə dai loro genitori. Dopo il momento shoegaze – che tocca l’apice nel duetto con Jarvis Cocker in “Just Like Honey” – arrivano i Pulp, che annunciano sugli schermi: “Questa notte ve la ricorderete per il resto della vostra vita”.
È il 548esimo show della loro carriera e si vede che sono dei professionisti. Jarvis sa tenere il palco, ballando e interagendo col pubblico ad ogni occasione. Iniziano quasi subito con una delle hit più famose “Disco 2000”, uscita nel 1995, quando il nuovo millennio sembrava ancora così lontano e il Brit Pop dominava la scena musicale internazionale.
Jarvis Cocker & Co portano il Medimex sui principali media musicali inglesi e americani anche per un altro motivo: suonano “Bar Italia” – un regalo per i fan più accaniti – per la prima volta in 12 anni, chiudendo un concerto di due ore.
Se è vero che Taranto ha brillato di luce grazie al Medimex, è anche vero che il Medimex possa illuminare meglio: diventare un festival più inclusivo per tutti i generi, le origini e l’età di chi vi partecipa. La legge della varietà necessaria dello psichiatra William Ross Ashby afferma proprio questo: solo la varietà riesce a padroneggiare la varietà, riducendo le perturbazioni e promuovendo un ordine armonioso. La sfida è impegnativa ma confidiamo che grazie alla cooperazione di tuttə, si possa vincere.