È stato difficile arrivare a una legge sulle unioni civili che mettesse d’accordo il Parlamento italiano (già di per sé litigioso), tutte le tappe le ha ricordate Alessia Melchiorre qui, dal primo disegno della Cirinnà fino al testo approvato al Senato, una via Crucis senza grandi emozioni fino all’ultimo testo che ha ricevuto un’accoglienza piuttosto blanda nel paese. Ci sarebbero alcune considerazioni corollarie da fare in proposito per capire perché.
1. Finalmente in Italia si riconoscono i diritti delle coppie omosessuali
Per chi segue il dibattito sul tema negli ultimi anni non era scontato che alla fine passasse la Cirinnà, non è mai esistita una forza coesa e progressista capace di imporsi sulla questione dei diritti delle coppie omosessuali. Pacs, Dico, come vi pare (persino Shakespeare diceva che il nome non è importante), i tentativi della sinistra italiana (o quel che ne resta) sono sempre stati deboli, ed è facile immaginare le ragioni. Siamo un paese meno laico degli altri, l’approccio nei confronti dell’omosessualità si lega ad alcuni tratti specifici di un’Italia che fonda se stessa sulla famiglia e non sull’individuo. Tuttavia il passo avanti c’è stato, e fa niente se la molla che ha fatto scattare la preoccupazione per i diritti degli altri, come Pasolini definiva i diritti civili, sia arrivata in Italia anche grazie alla pressione dell’Europa. Ora è stabilito per legge che chiunque potrà essere libero di scegliere di innamorarsi di chi vuole, o comunque sia – anche in mancanza d’amore – di sposare chi vuole, senza restrizioni d’altra natura, e che l’unione sancirà l’accesso ad alcuni diritti come le pensioni di reversibilità, il diritto all’eredità, una versione sportiva del divorzio e tanto altro.
Non sottovalutiamo il passo storico che l’Italia ha finalmente avuto il coraggio di fare in questo senso, anche se qualche sgambetto durante la maratona c’è stato, se è vero come è vero che di entusiasmo intorno al risultato finale se ne è misurato davvero poco (basti pensare, per contrasto, alla larga approvazione e consenso che ha ricevuto qualche mese fa la sentenza della Corte Suprema americana che sanciva il diritto al matrimonio omosessuale in tutti gli Stati Uniti). Ma perché nessuno è davvero entusiasta di questa legge?
2. La diversa lettura della legge nella maggioranza
Sarebbe divertente (se non riguardasse le nostre vite) esaminare com’è stata presentata agli italiani la legge dopo la sua approvazione, come le sue codifiche siano diverse a seconda delle parti in causa che pure hanno votato. Ma non è divertente sapere che esiste un’alleanza o unione incivile nel paese tra le forze più retrograde e quelle che potremmo definire progressiste wannabe (o a intermittenza). Non è divertente, e soprattutto sembra che in questo baillame politico nessuno sia capace di prendersi le responsabilità di quello che fa, vota e presenta. Sarebbe bello se l’Italia potesse almeno esprimere una maggioranza più chiara e coesa, perché le dichiarazioni che escono fuori da quella abbozzata oggi in Parlamento sono schizofreniche.
Angelino Alfano ha presentato la legge come qualcosa che si è impedito, mettendo in luce il suo aspetto negativo, ”È stato un bel regalo all’Italia avere impedito che due persone dello stesso sesso, cui lo impedisce la natura, avessero la possibilità di avere un figlio. Abbiamo impedito una rivoluzione contro-natura e antropologica”. Non c’è nessuna connotazione positiva o di proposta in questa dichiarazione di Alfano, che anzi rimarca sulla parola contro-natura con toni offensivi. La legge c’è, ma la società in cui è emersa non è cambiata per niente. Dall’altro lato Matteo Renzi ha presentato una vittoria dell’amore ai suoi elettori, di portata storica: la presentazione in questo caso è positiva e propositiva. Il Parlamento italiano vive intrappolato in un tragico impasse, e in narrazioni che sono all’opposto, il ricatto delle forze minori tende a diventare decisivo e non ci si stupisce se il paese brancola al buio della perdizione.
Ne viene fuori che la posizione chiara del Partito Democratico noi non la conosciamo oggi, perché si può sempre scaricare la colpa sul partito di fianco, che non ha voluto votare o che ha approvato parzialmente. Ne viene fuori che nel presentare una legge sui diritti civili la schizofrenica dichiarazione di Alfano abbia mostrato come non ci sia niente da festeggiare. Nessuno all’interno del PD ha fatto notare ad Alfano come sia ridicolo presentare una legge in quel modo.
3. Il fantasma della stepchild adoption
Ho sentito troppo spesso evocare le pericolose conseguenze pratiche dell’utero in affitto negli ultimi mesi, addirittura ci si preoccupava di una pericolosa deriva in cui i paesi sottosviluppati sarebbero stati sfruttati dal capitalismo imperante, con donne africane e indiane costrette a esser trattate come oggetti presta-utero per i viziosi occidentali. Argh. Troppo poco ne ho sentito parlare in altre occasioni. Di queste donne sfruttate, umiliate e offese, ci preoccupiamo a intermittenza, della dipendenza dei paesi sottosviluppati da quelli capitalisti pure, dei commerci e dei traffici e dei regolamenti e dei limiti allo sfrenato liberismo pure. Tuttavia sulla stepchild adoption questo retroterra di altruismo, di lotta al consumismo imperante, è uscito fuori in tutta la sua forza. Io mi preoccupo che un giorno i bambini saranno solo un oggetto di consumo, è stato il mantra dominante. A me preoccupa di più l’idea di avere a che fare con un mondo così meschino da utilizzare l’altruismo a seconda delle convenienze politiche e culturali. Non affronterò il problema da qui comunque, perché andrei a inerpicarmi in un lungo dibattito.
Il taglio di questo punto nel ddl è stato fondamentale perché si approvasse la legge, dopo che il Movimento 5 Stelle aveva fatto il solito gioco di parti e controparti. Anche questa volta mi sembra che manchi la chiarezza necessaria nel Parlamento per capire le posizioni reali di partiti e politici. M5S e PD a che gioco stanno giocando? La stepchild adoption era stata inserita nella legge come cavallo di Troia sin dall’inizio, consapevoli che si sarebbe dovuto rinunciare a qualcosa e puntare più in alto nel gioco della politica, oppure era un reale obiettivo del governo? In che modo dovremmo porci di fronte allo scontro piuttosto infantile tra i due partiti più grandi in Italia?
La logica di House of Cards sembra esser stata essenziale nel guidare la dura via Crucis di questa legge, tuttavia si è ignorato un aspetto fondamentale di questa logica, che riguarda il risultato finale: alla fine bisogna far contenti i cittadini, ma non mi sembra che il sentimento dominante sia questo nell’umore del paese. Nell’abbozzo di tentativi e direzioni, alla fine il risultato è stato sia quello di deludere ogni parte in gioco, sia quello di presentare un panorama desolante di tutti i partiti italiani.
Le scorse giornate, con le alleanza abbozzate e le maggioranze tirate per i capelli, confermano che sarebbe l’ora di tornare a votare per il paese.