1970 | Cosa ascoltavamo 50 anni fa

È già passato mezzo secolo dal 1970. Neil Young dava il benvenuto al nuovo anno cantando “Look at Mother Nature on the run in the nineteen seventies” in After The Gold Rush, e gli Stooges rilasciavano Fun House con il ruggito di 1970. Sono tanti i grandi dischi che quest’anno compiono 50 anni e riescono a sintetizzare il suono e lo spirito del primo anno dei Settanta, ancora un po’ distanti da quelle che saranno le parabole musicali del punk o della new wave. E così andiamo in giro tra suoni e visioni: mentre per i Rolling Stones il 1970 è uno speciale anno sabbatico da dedicare soprattutto ai tour, i Beatles tiravano fuori Let It Be, l’ultimo viaggio prima della grande separazione – e del resto il ’70 è l’anno in cui George Harrison pubblica All Things Must Pass, John Lennon il suo disco solista con la Plastic Yoko Band, e pure Paul McCartney l’omonimo McCartney. Intanto il festival di Woodstock si era concluso da un anno ma quel suono lasciava ancora i suoi strascichi sui Settanta: Crosby, Stills, Nash e Young ci raccontavano un’epoca con il bellissimo Déjà vu, Joan Baez pubblicava One Day at a Time, i Doors ci trasportavano verso altri mondi con Morrison Hotel, e i Creedence Clearwater Revival uscivano con un classico come Cosmo’s Factory. Dall’Inghilterra intanto risuonava l’epoca delle belle vibrazioni di Tea for the Tillerman di Cat Stevens, dei primi grandi singoli di Elton John, e del secondo album di un ragazzo che stava cercando la sua voce e si chiamava David Bowie. E mentre Syd Barrett era ormai in rotta con i Pink Floys ed esordiva in solo con The Madcap Laughs, il suo ex gruppo tirava fuori l’iconico Atom Heart Mother. Senza dimenticare che il 1970 è l’anno di Moondance di Van Morrison, di Bryter Layter di Nick Drake, di Bitches Brew di Miles Davis, della paranoia dei Black Sabbath e della consacrazione di Joni Mitchell e della sua voce unica.

Rovistiamo con una playlist nei suoni del 1970, quando le playlist non erano ancora possibili – e la musica in streaming neanche immaginabile. Per un attimo sembrerà di essere intrappolati ad ascoltare una radio. Buon viaggio nel 1970.


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