10 canzoni post punk per affrontare l’Inverno

Il terreno è violento ed è solo uno dei tanti aspetti che lo accomuna ai suoi concerti. Indisciplinato, a tratti cattivo, altri quasi stranamente dolce, è fin troppo semplice sbagliarsi col post punk, perdere la bussola in una storia che comincia alla maniera shakespeariana, in cui la ferita sia apre sempre dall’interno, dai fratelli, Iago contro Otello. Alla fine degli anni ’70, dopo aver rappresentato una delle rotture più influenti nella nostra modernità, la scena punk comincia a ritrovarsi improvvisamente moltiplicata, si estende alla moda e all’arte, atomizzandosi in una serie di sottoboschi che fanno a pezzi ogni regola precedente.  Come una vera cattedrale, piena di riti e simboli, di cicatrici che diventano medaglie conquistate su campi di battaglia pieni di sangue, rabbia e sudore, la sua natura è la divisione, chi è dentro e chi no, come se l’attitudine si potesse pesare su una bilancia, come il cuore di uno Shylock qualunque. La morte di Sid Vicious, l’uscita dei Clash con London Calling negli USA, l’ombra dell’era Thatcher cominciano ad affacciarsi sulla GB, portando il punk a chiudersi sempre di più nei propri ambienti, a trascendere la musica per trasformarsi successivamente in un’ultima corrente politica e generazionale, da cui sbocceranno fiori altrettanto acidi e poco inclini al compromesso. Fra questi comincia a imporsi il post punk, la corrente che ne mantiene più i tratti, rappresentando il lato oscuro della rabbia, della solitudine postmoderna nelle città sempre più alte ma paradossalmente sempre più intrappolate in se stesse. Un disagio che si descrive anche con la musica, più mentale e aperta, esistenzialista per la propria necessità di esistere anche fra termini non riconciliabili. Il post punk è una galassia sterminata, le cui storie però sono destinate a incrociarsi, in uno o nell’altro mondo. Un filo che collega Londra a Berlino, Athens a Melbourne, i Magazine ai futuri Bad Seeds, i Joy Division a Siouxie, i Wire ai Talking Heads. Ruvide accelerazioni urbane, come le descrisse John Peel, che grattavano dal presente la ruggine per spargerla ovunque, con qualsiasi linguaggio a disposizione, per distruggerlo, per nobilitarlo, per riportarlo al suo stato primordiale.

 

DEVOTI.

 

CATTEDRALI.

 

 

LOTO.

 

 

INCHIOSTRO.

 

NO STOP.

 

 

PART Y.

 

 

VIET.

 

JUSTICE.

 

REGOLE.

 

MEMORIA.

 

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