10 canzoni di PJ Harvey per qualsiasi giornata

Uno dei più graditi ritorni della prossima primavera è sicuramente quello di PJ Harvey, la signora si è fatta attendere ma abbiamo la sensazione che si lascerà perdonare con il nuovo album. Il primo estratto, The Wheel, si può già ascoltare, ed è l’antipasto perfetto di The Hope Six Demolition Project.

Nell’attesa di ascoltare il disco per intero, abbiamo pensato di metter su i vecchi dischi di Polly Jean: in totale sono 8 i suoi album dal 1992 a oggi, più 2 in compagnia di John Parish. Ed è così una meravigliosa perdizione rispolverare quei dischi, quei suoni, questa donna.

1. Dress, da Dry (1992)

PJ Harvey ha sicuramente cercato di impressionarci attraverso il suo look, ma ci è riuscita soprattutto con la musica sin dall’esordio: Dress è già una bomba. Ci preannuncia quello che succederà poi.

2. Rid of Me, da Rid of Me (1993)

Wow. Abbiamo banalmente scelto la title-track di Rid of Me, ma come potevamo tenerci alla larga dal furore epico di questa PJ qui. E la scegliamo meravigliosamente live.

3. Down By The Water, da To Bring You My Love (1995)

La Polly Jean che ci piace. Quella vecchia e graffiante di To Bring You My Love, album tutto bello da cui è difficile estrarre un singolo. Dopo aver finito con questo ridicolo articolo che si basa sulle chart o su quello che supponiamo siano chart, raccomandiamo vivamente gli ascolti completi dei dischi di cui stiamo parlando. Vi renderete conto della grandezza di questa donna.

4. That Was My Veil, da Dance Hall at Louse Point (1996)

Il 1996 è l’anno delle collaborazioni d’autore, l’anno del primo disco con John Parish. Parallelamente è anche l’anno di uscita delle Murder Ballads di Nick Cave, in cui c’è un pezzo straziante che vede la collaborazione tra due geni come Nick e Polly (lalalalalala).

5. Angelene, da Is This Desire? (1998)

Okay, probabile non avreste scelto proprio questo pezzo da Is This Desire?, in fondo dallo stesso album c’è A perfect day Elise e tanto altro (al solito consigliamo approfondimento). Ma vogliamo mettere in risalto le straordinarie doti di versatilità della nostra, questo qui ci sembra un ottimo pezzo per farlo.

6. This is Love, da Stories from the City, Stories from the Sea (2000)

Non c’è scampo, questa donna ci conquista anche nei Duemila. La sua carica ci strazia: una delle più grandi musiciste contemporanee è tra noi, viva, e ce ne ricorderemo. Non è un caso che Thom Yorke abbia voluto collaborare con lei a una traccia di questo disco.

7. Who the Fuck, da Uh Huh Her (2004)

Ci vuole stile anche per dire fuck, PJ Harvey lo ha sempre mantenuto intatto nel tempo. Questo disco va gustato per intero, per perdersi in questi meravigliosi e graffianti vocalizzi.

8. White Chalk, da White Chalk (2007)

Ecco a voi Sua Maestà Harvey alle prese con qualcosa di completamente diverso e folle (ma se l’avete vista suonare dal vivo non ve ne stupirete). Indossando abiti completamente diversi da quelli a cui ci aveva abituato, lavorando al piano, Polly ancora una volta ci coinvolge in un lungo viaggio. Stavolta finiamo diretti in altri tempi. Magica.

9. Black Hearted Love, da A Woman a Man Walked By (2009)

E siamo ancora con John Parish, e con un pezzo da risveglio dei sensi. Avevate dubbi che la vecchia PJ fosse ancora viva? Eccola qui, in formissima, pronta a graffiarvi.

10. The Words That Maketh Murder, da Let England Shake (2011)

Ultimo giro, ultima corsa. Ci lasciamo così, con un ultimo estratto da Let England Shake, mentre aspettiamo il nuovo disco. Lo sappiamo già: ci piacerà. In fondo, a ben guardare, ha mai sbagliato un colpo?

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